TRAUM TRAUM
2024 - Subsound Records
Pubblicato sulla psichedelica Subsound Records, l’omonimo debutto della novella band disvela uno spiccato senso avanguardistico orientato al noise e all’improvvisazione, la cui massima espressione prende forma in Katabasis (fiore all’occhiello del lavoro). Tutto ha infatti inizio dagli echi sparsi di musica concreta, che con flemma avanzano e si offrono ai cavernosi gangli di una lunga litania, fra aspri sibili e connessioni ancestrali da danza tribale.
Sinistri presagi che si incarnano anche nei feedback di Erwachen (con tanto di sax finale e rintocchi di ride che convolano a nozze in quel plot inquietante) e di Eterno Ritorno, brano conclusivo ancor più avvezzo al tema della sperimentazione (e deliberatamente devoto alle immortali frippertronics, in particolare quelle di No Pussyfooting).
L’album, a un certo punto, risplende in divagazioni sul tema, sia nelle spirali meditabonde di Antarctic Dawn sia nei gorgheggi di psichedelia dub effusi in Infraterrestrial Dub (direzione Gala Drop).
Formidabili poi le armonizzazioni dal respiro orientale di Vimana, secondo pezzo in scaletta, sorprese stabilmente in una fitta coltre di riverberi (senza la quale affiorerebbe chiara l'assonanza coi solchi desertici di psichedelia etnica targata The Dwarfs Of East Agouza).
Preso atto degli sfidanti propositi, non c’è da stupirsi se Inner Space si innesca sul resonance di un synth sorprendentemente adatto a ingaggiare duello con dei riff hard-rock, clamoroso garbuglio che fa il diavolo a quattro per deviare la tratta su binari krautrock.
Si capisce, su TRAUM da eccepire c'è ben poco. Trasuda grande mestiere e una visione di ensemble indissolubilmente legata a interazioni eterogenee di mistico richiamo. Un guscio sacro e invalicabile, adatto a pochi, e per questo ancora più prezioso.