Salgariprivato<small></small>
Italiana • Folk • Indie-folk, folk-rock, indie rock, cantautorato sperimentale

Totò Zingaro Salgariprivato

2011 - Metatron/Audioglobe

13/10/2011 di Ambrosia J. S. Imbornone

#Totò Zingaro#Italiana#Folk #Indie-folk

Non c’è avventura più straordinaria di quella ordinaria di sogni impastati con il lievito della miseria e del dolore. La formazione torinese dei Totò Zingaro (con musicisti attivi da tempo in vari progetti, Luigi Bonizio, Stefano Danusso, ex Chomski, Cristiano Lo Mele e Alex Baracco dei Perturbazione, Valter Piatesi) scrive un secondo capitolo della sua trilogia dedicata ai “perduti imperdibili” e disegna con grazia accorata e delicata, ma anche con la forza impetuosa e calda della realtà, la storia privata di Emilio Salgari tra fantasie di mari lontani, mai solcati, e i reali naufragi della sua vita.

E i loro pastelli sono il mandolino, chiaro come l’eco struggente dei ricordi, rare distorsioni accese e bassi scuri punk (Tre pagine al giorno con la voce di Emiliano Audisio dei Linea 77), i colori ariosi dei fiati, quelli densi e pastosi degli archi (tra cui c’è anche il violoncello di Elena Diana), quelli caldi della bossa di Fatima o del tango gonfio di tristezza di Un incrocio dei tempi, ricamo di fisarmonica, oppure ancora quelli splendidamente retrò (con tanto di tocchi country di banko e armonica) di Torino coi baffi e la paglietta e di Lettera al miei editori, lungo e risentito addio e in qualche modo ultimo manifesto sociale e letterario.

Il theremin traccia le linee del fantasma di quella follia che catturò la moglie di Salgari, che forse era solo “dolore suppurato e distratto dal mondo” o fame d’amore (la sospirosa, eppure secca Ida Aida, con lontane cadenze reggae, che dolorose aprono in due il cuore e invece diventano dominanti ed ironiche ne Il corsaro nero), mentre echi senza corpo spandono le sfumature funeree del destino dei tre figli Nadir Romero Omar.

Perle di piano rotonde come gocce di lacrime scaldano infine l’elettronica di vetro da cui osservare la breve reale esperienza di navigazione di Salgari e gli sconfinati universi colorati e selvaggi della sua immaginazione (Gli infelici delle navi, da 10 e lode).

I testi di Luca Ragagnin abbracciano con cura e affetto la biografia salgariana e ne scandiscono diligentemente le tappe in versi di non comune raffinatezza e di eleganza prensile, che afferra saldamente l’attualità con vivo, pungente sarcasmo e accarezza con animo poetico le piaghe del Salgari privato fino al tragico epilogo del suicidio. Esso è assimilato alla morte di Sandokan in un’epica, commovente, ultima irruzione delle avventure della sua penna, recitate ne Il rasoio orientale dai consueti mirabili brividi che scaturiscono a fiotti dalla voce di Emidio Clementi (Massimo Volume)e raccontate da chitarre elettriche lancinanti.

Un album che forse dalla fantasia di Salgari nostro “prossimo futuro” (come nella ghost-track Titoli di coda) ha imparato a declinare in modo intimamente personale e dolcemente visionario la malinconia, in ogni sua variazione di suono e colore, con risultati di rara emozione e sincera, calda ispirazione. Da ascoltare. E “leggere” ad occhi chiusi.

Track List

  • L'OMBRA DEL CHIODO
  • MARIANNA
  • TRE PAGINE AL GIORNO
  • IDA AIDA
  • NADIR ROMERO OMAR
  • FATIMA
  • GLI INFELICI DELLE NAVI
  • TORINO COI BAFFI E LA PAGLIETTA
  • IL CORSARO NERO
  • UN INCROCIO DEI TEMPI
  • LETTERA AI MIEI EDITORI
  • IL RASOIO ORIENTALE
  • (TITOLI DI CODA)