Toti Poeta L'ora di socialità
2012 - Malintenti Dischi/Audioglobe
In fondo è una scelta espressiva ben precisa, che lascia appunto il primo piano ai testi, vera forza del poeta. Toti Poeta con questo album L’ora di socialità ci comunica, ci vuole parlare e portare con sé per questa Italia che ci ritroviamo. L’ora di socialità è infatti un rimando a quell’ora in cui i pazienti degli ospedali psichiatrici vengono fatti riunire assieme, per provare un confronto, un interagire l’un con l’altro, un aprire gli occhi verso il prossimo e tutto ciò che li circonda. Nel percorso di queste dieci tracce lo facciamo anche noi: ci troviamo di fronte ai problemi, alle contraddizioni del nostro tempo, in cui l’apparire è sempre più spesso l’imperativo che ci guida e l’avere, il possesso e il mero accumulo diventano un valore, uno status cui sembra non possibile poter rinunciare.
Entriamo indignati in contatto con gli ultimi, quelli che vivono sulla loro pelle la realtà degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari, uno degli ultimi esistenti in Italia è tra l’altro nella città natale del nostro cantante, Barcellona Pozzo di Gotto, in cui l’uomo perde il contatto col mondo, in un processo di straniamento degradante che non vede fine.
Siamo sgomenti ai margini dei terremoti, in Quel che rimane, con la partecipazione di Roy Paci, in quel sottobosco di superficialità e speculazione sulla scena della ricostruzione. Sono testi di denuncia, che puntano il dito verso l’immobilismo delle coscienze ancor prima dell’immobilismo della società, ma da quest’album esce anche voglia di reagire, voglia di non restare inermi sprofondando nel sistema e Toti ce lo canta col sorriso in Riparto da noi, sorta di invito, di “stand up for your rights” ad alzare la testa, a dire no, ci siamo anche noi.
Non si può non citare Faccio di tutto, inno della campagna referendaria contro la privatizzazione dell’acqua del 2011.
Un album musicalmente sottotraccia, che però ha qualcosa da dire.