Tony Rice Unit Backwaters [Lost & Found]
1982 - Rounder Records
#Tony Rice Unit#Americana#Bluegrass & Old Time #TONY RICE #ROUNDER RECORDS
A ripensarci erano tempi strani quei primi anni’80. Da un lato c’era il Punk e la New Wave, dall’altro c’era chi cominciava ad amare la musica acustica, il folklore e la tradizione. Forse due facce della stessa medaglia.
La Rounder Records, storica etichetta americana indipendente nata nel 1970 e specializzata in musica folk, aveva sotto contratto tanti artisti di grande valore, alcuni dei quali erano considerati (allora come oggi) dei veri maestri e di conseguenza pubblicava dischi molto belli alcuni spesso considerati vere pietre miliari.
Alla Rounder avevano fiuto e non solo per la musica tradizionale, ma anche per le forme artistiche attraverso le quali la tradizione declinava le sue varianti. Nasce cosi un interesse di mercato per la New Acoustic Music, una forma espressiva che utilizzava strumenti e sonorità tipiche della musica tradizionale per trasformare il suono in qualcosa di diverso, di nuovo, attraverso la contaminazione con elementi presi da altri generi, spesso dal Jazz.
Uno degli artisti più rappresentativi, sia in ambito Bluegrass che nella New Acoustic Music, è senza ombra di dubbio Tony Rice, chitarrista acustico di livello stellare, un maestro del flatpicking, il quale con la sua Martin D-28 “Herringbone” del 1936 (appartenuta al mitico Clarence White), fu protagonista assoluto di una scena musicale unica e irripetibile.
Nel 1982 la Rounder pubblicò Backwaters, un disco strumentale che ha allargato, e di molto, gli orizzonti. Titolare del disco è proprio Tony Rice, accompagnato dalla Tony Rice Unit, ossia Fred Carpenter e Richard Greene ai violini, John Reischman al mandolino, Todd Phillips al basso, e Wyatt Rice, fratello di Tony, anche lui alla chitarra.
Quando uscì l’album la critica fu spiazzata perché non riusciva a collocare quel lavoro. Non era Bluegrass e non era Jazz, ma era qualcosa che stava in mezzo, frutto di un complicato lavoro di ricerca e di sperimentazione. Clarence White, David Grisman, J.D. Crowe ma anche John Coltrane, Bill Evans e Ornette Coleman sono stati fonte di grande ispirazione per la realizzazione di Backwaters. È stato qualcosa di nuovo, qualcosa che ha messo insieme il calore della musica acustica e il virtuosismo appassionato e coinvolgente di alcuni grandi artisti. Insomma, all’epoca fu una bella novità che ispirò molti altri musicisti a cimentarsi in quello che lo stesso Tony Rice definì “Spacegrass”.
Se amate il suono della chitarra acustica e, più in generale, degli strumenti tipici della tradizione musicale americana, se vi emozionate ascoltando un assolo in flatpicking e apprezzate gli artisti che sanno osare, “Backwaters” è un album che non vi deluderà.