Three`s Company We`ll Be Together Again
2016 - Chesky Records / IRD
#Three`s Company#Jazz Blues Black#Jazz #Jazz #Javon Jackson #Ron Carter #Billy Drummond
Per la prima volta insieme sotto il nome di Three’s Company, questi tre grandi musicisti jazz americani si affidano alla speciale registrazione binaurale (resa tridimensionale del suono) della Chesky Records che in questo aspetto, fin dalla sua fondazione ( fine anni ottanta), è sempre stata sinonimo di ricerca e alta qualità; in queste registrazioni l’ascoltatore viene catturato da uno spaziale realismo e da una naturalezza sonora che, ovviamente supportate dal valore artistico ed esecutivo, non lasciano scampo.
Il titolo dell’album We’ll Be Together Again, sembra quasi già annunciare un legame importante, non casuale e isolato, infatti bastano i primi fluenti minuti di For Toddlers Only (da molti anni nel repertorio di Carter) per confermare le premesse di un grande trio jazz. Tra riferimenti dichiarati ai lavori in trio di Sonny Rollins e di Joe Henderson, il disco gioca benissimo le sue carte su diversi standard ben scelti, tra cui qualche dignitoso riempitivo (Candlelight, Eddie’s Theme), e un paio di ottime nuove composizioni.
Dark Eyes, noto standard russo, viene eseguito in cristallina armonia, le improvvisazioni di Jackson al sax coinvolgono tanto quanto la perfetta e calda definizione sonora dello strumento. Il pezzo omonimo, altro classico (tra le tante si possono ricordare le versioni di McCoy Tyner, Cannonball Adderley, Stan Getz Quartet, etc…), viene riproposto con sommessa intensità, il ritmo sembra rallentato per dar modo all’ascoltatore di assorbire e ammirare maggiormente la bella melodia e le particolarità espressive di Javon Jackson e Ron Carter, qui protagoniste assolute. Si prosegue senza incertezze sull’hard bop incantato di TJ, con ossessive ripetizioni ritmiche di basso e batteria che sembrano dare maggiore risalto alle improvvisazioni di Jackson.
My Man Hubbard riporta il disco su binari più dinamici e musicali, splendide coordinate melodiche alternate a ispirate improvvisazioni strumentali. Gli strumenti perfezionano la loro alchimia sul breve tradizionale irlandese Danny Boy , scolpito maggiormente sugli arpeggi del contrabbasso di Carter e sul sax pulitissimo di Javon Jackson, mentre Epistrophy, classico be bop di Thelonious Monk, viaggia spedito e deciso fino al finale in dissolvenza operato dalle virtuose percussioni improvvisate di Billy Drummond. La suggestiva But Beautiful (Van Heusen, 1947) conclude un disco jazz emozionale e unitario.
We’ll Be Together Again incanta nella sua diffusa bellezza, da custodire e apprezzare in qualsiasi momento, offre davvero molto a coloro che amano il jazz anni quaranta- cinquanta ma non solo: l’innato talento dei tre navigati jazzisti sublima una classicità cercata, revisionata e talvolta perfezionata, arricchita a sua volta da una moderna visione sonora capace di cogliere ricami finissimi e sfumature che in questo caso si ergono a fattori determinanti e sostanziali.
Ascoltate attentamente We’ll Be Together Again , ne avrete felice (e garantita) conferma.