Three In One Gentleman Suit Pure
2011 - upupa produzioni / fooltribe concerti e dischi / subroutine rec. / in the bottle / diNotte
#Three In One Gentleman Suit#Italiana#Alternative #Noise #Indie-rock
Pure è l’ultimo lavoro registrato da Giovanni Ferliga e mixato da Giulio Ragno Favero. Masterizzato a Chicago, di cui i Three in One Gentleman Suit sembrano avere la contaminazione sonora, esce prima in freedownload e successivamente su supporto fisico. Un ritorno alla purezza degli albori con la scelta di gestirsi in maniera indipendente, di aprirsi alla rete e di coltivare le sonorità più profonde. La band è stata in tour in tutta Europa, in Estremo Oriente con successo in Cina. Ma come spesso accade ai talenti emergenti è proprio all’estero che trova la fortuna rimanendo per lo più sconosciuta nel panorama italiano.
La ricerca di nuove strade e di nuovi scenari fa di questo album un lavoro da valutare con estrema attenzione. Spicca l’ attitudine operaia e come si diceva la concretezza del lavoro e del cemento. Qualora non si conoscesse la storia di questi tre ragazzi si faticherebbe e non poco a notare la crescita e la grossa strada percorsa da questa band post-rock.
You don't know Foreplay che apre il disco detta una ritmica ossessiva con venature che ricordano i Muse. G.B.'s deer hunting è più post-rock e introspettiva mentre Upcoming Poets ricorda i The Killers.
“Le cose ci sono tanto più care quanta più fatica costano” scriveva Samuel Smiles e i Three in One Gentleman Suit sembrano aver prodotto un album che propone il meglio di quello che possono offrire nell’ambito musicale dell’Alternative Rock.
Quando si valuta un lavoro di un’artista bisogna sempre ricordarsi che di arte si sta parlando, soprattutto quando questa è figlia di vie minori e non del mainstream mediatico bisogna fare ancora più attenzione. L’originalità e la forza di questo disco sono indiscutibili e se anche in estremo oriente se ne sono accorti un motivo ci sarà. Tuttavia Pure contestualizzato con il panorama attuale sembra cercare virtuosismi del proprio genere che rischiano di snaturarne eccessivamente la forma. Rimane così in mano all’ascoltatore appassionato del genere la miglior opera della band emiliana, e in quella dell’ascoltatore medio un oggetto sconosciuto adatto alla sperimentazione, all’ azzardo musicale, ma non ad un ascolto prolungato.