FOUND AGAIN!
Mescalina DOCG.
Tra i gruppi amati da John Peel, tanto da registrare già agli inizi di carriera una radio-session per il suo programma, i Wedding Present sono, dal 1985, una band indie rock con base a Leeds, Inghilterra. Sotto la guida del cantante e chitarrista David Gedge, e con molti cambi di organico, il gruppo è arrivato sino ai nostri giorni purtroppo sconosciuto ai più qui da noi.
El Rey, il lavoro che ho tra le mani, non è propriamente una novità, è, infatti, uscito in UK nel 2008, e probabilmente non è neanche un capolavoro ma ha un suono e una vena compositiva onesta, che non bara. È un disco che ha spigoli e un grande basso; una buona chitarra e un cantato vario e intenso. Insomma un disco che ci ricorda come per essere efficaci, e anche piacevolmente (indie)pop, non sia necessario altro che una buona idea di suono e delle canzoni oneste.
È chiaro, la sto facendo troppo semplice! Basta infatti leggere chi è il produttore di questo disco (sua maestà Steve Albini) per capire come mai, una volta messo nel lettore, questo disco non venga più voglia di toglierlo per un bel po’. Si gustano infatti gli echi di tanta musica di questi ultimi venticinque anni: XTC e Kinks, echi dei Velvet (anche e soprattutto nella femminile morbida e conclusiva Swingers), dei Birthday Party e anche di gruppi come gli Strokes (in Soap e non solo). Ad introdurre i brani spesso l’uso di rumori ambientali, che rendono l’ascolto leggermente meno rassicurante e creano una suggestiva cornice sonora lungo tutto il disco.
Boo Boo lontanamente ricorda i Pavement e l’inizio del primo brano i Sonic Youth. The Thing I Like Best About Him Is His Girlfriend (Santa Monica And La Brea Version) era il gradevolissimo singolo cantato in duetto dal leader con la bassista Terry De Castro ma molte canzoni, oserei dire tutte, hanno un buon sapore di artigianato sonoro che magari non incanta e non fa gridare al miracolo ma convince brano dopo brano, ascolto dopo ascolto.
Bisognerebbe domandarsi come mai un gruppo come i Wedding Present non abbia raccolto quanto seminato in questi anni ma purtroppo questo discorso vale per molti gruppi e ognuno di noi ha in mentre i propri. Forse su queste cose (cose importanti queste, crearci un gusto personale che vada evolvendo in forme diverse e non stereotipate ai nostri cliché) bisognerebbe umilmente ascoltarci di più a vicenda.