The Stetson Family True North
2015 - The Stetson Family / mgm Australia
#The Stetson Family#Americana#Bluegrass & Old Time #Old Crow Medicine Show
Stetson Family è una band dal suono marcatamente Americana, con un suono rootsy dalle timbriche bluegrass sciolte e brillanti, ricche di dinamica. Un sound, il loro, propugnatore di sonorità fresche e sfolgoranti; bluegrass sugli scudi, ma con un’anima inzaccherata di rock e il midollo spinale roots, con un attraente uso degli impasti vocali e un dinamismo e una intraprendente vitalità da potenziare il tutto in una spigliata attrattiva sonica accattivante ed espansiva.
Gli Stetson Family arrivano da Melbourne, Australia, ma non hanno nulla da invidiare (e da imparare) rispetto a molte delle più blasonate formazioni made in U.S.A. Come approccio potremmo accostarli, giusto per fare un nome, agli SteelDrivers (ma potremmo seguitare menzionando Grascals, gli Union Station di Alison Krauss o i Chatham County Line). Il gruppo è formato da Nadine Budge (lead vocal, dobro, guitar), John Bartholomeusz (lead vocal, guitar), Colin Swan (banjo, backin vocals), Andrew Carswell (mandolino, backing vocals) Luke Richardson (contrabasso, backing vocals). In archivio hanno altri due titoli decisamente interessanti: il buon esordio di Hey Sister Mary Where’d You Get That Gun (2009) e l’efficace e tagliente Devil In His Sunday Best (2011) oltre a una aggiornata raccolta per il mercato americano che condivide vari titoli ed è intitolata O Winding River (2013).
Come proclamato in prefazione True North è un disco bluegrass ad ampio raggio davvero formidabile; musica calda e vitalissima quella contenuta nei solchi di queste songs, ce n’è abbastanza da galvanizzare ogni cultore di Americana-roots che si rispetti. Già dall’ouverture di Hey Bartender cogliamo brio e vivace spigliatezza, ma subito dopo arriva la lancinante Run Daddy Run, il brano ospita il violino di Gleny Rae (che ritroviamo anche in altre tracks) e il pezzo acquista in tensione e pathos emotivo. Con l’affettuosa slow ballad Every Second Beat Of My Heart il turbamento ci avvolge con un senso di malinconica tenerezza. L’intima Lover Where You Going, la snodata Haunted Hills e la flessuosa Top Of Mountain sono songs ben strutturate ed estremamente piacevoli, grazie anche a un sapiente alternarsi delle due voci soliste; ci imbattiamo poi in Billy, fantastica cover dylaniana a due voci, una delle più belle che abbia mai sentito, l’uso del mandolino, la chitarra in punta di dita, il ritmo lentissimo e decadente e un po’ tutta quell’ambientazione tipicamente south laid back e l’effluvio del border nell’aria ci seducono non poco.
E a proposito di seduzioni, che dire di Travelin’ Man? Un’autentica gemma espressiva che da sola vale il disco, un’intensa ballata dalle atmosfere affascinanti e incantevoli, plasmate in modo davvero pregevole e che rendono questa profonda canzone emotivamente affascinante. Con il passo delle ballate narrative, la raffinata Let It Ride e la morbida Don’t Look Back, profondamente country nella struttura, possiedono coordinate vibranti ed introspettive; mentre da parte sua Top Of Mountain appare deliziosamente disinvolta. Haunted Hills è cadenzata e spontanea con adeguate rimbeccate di mandolino. Chiusura con una spumeggiante cover di How Mountain Girls Can Love degli Stanley Brothers; track irrefrenabile ed briosa, con gli strumenti che turbinano con un tiro agile e scintillante che ci fa muovere il piedino.
https://www.youtube.com/watch?v=E_oBW9Hp0Lo&feature=youtu.be