Sons<small></small>
Jazz Blues Black • Soul • Rock - Funk

The Heavy Sons

2019 - BMG

03/08/2019 di Tiberio Snaidero

#The Heavy#Jazz Blues Black#Soul

Il rock’n’roll, il funky e il rhythm’n’blues sono stili della musica popolare nati per far divertire chi li ascolta. Ballare, saltare, fare i matti, scatenarsi. Volumi alti, amici, ragazze e magari qualcosa da bere e da fumare che aiutino a rilassarsi e a lasciarsi andare. Non vale la pena richiamare i molti artisti che a partire dagli anni Cinquanta del Novecento si sono adoperati a produrre una declinazione della musica del diavolo senza ambizioni diverse da quella di dare piacere a chi la ascoltasse dal vivo o la riproducesse al giradischi. Da un po’ di anni a questa parte, tuttavia, il ruolo di intrattenitori è stato assunto da musicisti che gravitano nella scena dance-pop, o nelle molte declinazioni dell’hip pop/new soul. Gruppi che propongano una miscela spensierata di rock, r’n’b e funk sintetizzata in brani originali non è che ce ne siano più di tanti in giro. È per questo che salutiamo con un sorriso compiaciuto Sons, il quinto disco prodotto da un gruppo britannico simpaticissimo quanto misconosciuto: The Heavy. 

La band si forma nel 2007 a Bath, nel Somerset. Fin dalla sua fondazione ne fanno parte il cantante Kelvin Swaby, unico coloured del gruppo, e il chitarrista Dan Taylor, cui presto si uniscono il bassista Spencer Page e il batterista Chris Ellul. Swaby e Taylor sono anche gli autori della maggior parte delle canzoni, alcune delle quali sono state utilizzate in pubblicità, film ed eventi pubblici. Il brano How You Like Me Now?, in particolare, apparso nel 2009 nell’album The House That Dirt Built, è stato saccheggiato da molti media: serie tv (episodi di The Vampire Diaries, Entourage e Community, per menzionarne solo alcune), film (The Fighter, Horrible Bosses, This Means War), videogames (MLB 10: The Show) e spot pubblicitari (Jeep Gladiator, Kia Sorento, Argos). È stata anche usata nel trailer del programma di informazione TED e suonata nel 2012 in occasione dell’elezione a presidente degli Stati Uniti di Barack Obama. È insomma probabile che molti di noi l’abbiano sentita senza sapere chi fossero i musicisti. The Heavy è rimasto nel tempo fedele a una formula che privilegia la comunicatività e l’immediatezza, veicolate da un’idea di estetica musicale molto corporea. Come già a loro tempo i Led Zeppelin, The Heavy si fanno ascoltare soprattutto per il coinvolgimento fisico che il ritmo e il timbro della loro musica sono capaci di allertare. A differenza del Martello degli Dei, tuttavia, non troveremo negli album della band di Bath quel sadico alternarsi di flussi di energia la cui potenza è capace di intontirci per poi bloccarsi e ripartire, lasciandoci inebetiti e bramosi di ulteriori sevizie. I pezzi architettati da Swaby e Taylor mantengono al contrario la medesima struttura dall’inizio alla fine, apparendo in questo debitori degli stilemi perfezionati negli anni d’oro del soul, del funky e della disco

Le canzoni di Sons mettono indubbiamente allegria e sembrano quasi invitare l’ascoltatore ad individuare i modelli della tradizione da cui di volta in volta traggono ispirazione. Vengono allora in mente Sam and Dave (Put a Hurt on Me), Funkadelic (Simple Things), Beastie Boys (Heavy for You), la House Band della Stax Records, il cui suono ha accompagnato negli anni Sessanta le incisioni di Otis Redding, Wilson Pickett e Carla Thomas  (The Thief, Better As One), Joe Tex (Fighting for the Same Thing) e via funkeggiando. The Heavy non temono dunque di cadere nei cliché e scelgono al contrario di percorrere strade note al software culturale dell’ascoltatore di musica pop occidentale. Questo è nello stesso tempo il loro limite e il loro fascino: se non cerchiamo sorprese e abbiamo voglia di musica che faccia appello alla superficie, rivolgiamoci con fiducia alla discografia del gruppo capitanato da Kelvin Swaby. Non ne rimarremo delusi.

 

 

 

 

Track List

  • Heavy for You
  • The Thief
  • Better as One
  • Fire
  • Fighting for the Same Thing
  • Hurt Interlude
  • Put the Hurt on Me
  • Simple Things
  • A Whole Lot of Love
  • What Don’t Kill You
  • Burn Bright