The Golden Gate Quartet Incredible
2010 - Dixiefrog / IRD
Eleganza delle voci, fedeltà al Verbo, accompagnamento, anche musicale, straordinario nella misura e nell’eleganza, il segreto del Golden Gate sta in questa misura che incredibilmente e naturalmente si trasforma in eleganza.Anche questo gradevole ritorno non modifica di un millimetro gli equilibri o le posizioni della band. Si rincorrono brani che negli anni sono diventati grandi classici come Religion, e standard come Oh Happy Day e sempre le voci sono pulite e danno movimento senza sforzo apparente.
Stiamo parlando di musicisti nati, come l’attuale leader Clyde Wright, nel 1936! Clyde Wright! Un giovanotto che entrò a far parte del gruppo nel 1954 quando i Golden compivano già i loro 20 anni ed erano capitanati dal grande Orlandus Wilson leader fino alla fine degli anni ‘90! Le alternanze delle voci hanno per tutto il disco un carattere di classicità quanto più lontano sia dagli inutili birignao vocali dei nuovi gruppi gospel che dal virtuosismo estremo, ma alla fine forse inutilmente mirato al sorprendere l’ascoltatore, di gruppi pregevolissimi come i Take 6. Meglio forse il basso di Anthony Gordon che cerca il call and response dei suoi colleghi in Jesus-Crist Is His Name; e Heaven And Rest, cantata dal baritono Paul Brembly, non fa muovere il piedino piano piano seguendo i Doo Wop ed i morbidi controcanti? E I Want Be Ready con cui inizia l’album non sembra essere cantata sopra al treno che porterà tutti a Zion!
E pazienza se alcuni brani, ad esempio gli ultimi due, non sono forse all’altezza, nel disco sono presenti sette minuti di filmato sul Golden Gate Quartet che terminano con la sequenza di A Song Is Born (Venere e il professore 1940) in cui, con la regia di Howard Hawks, eseguono un’incredibile Mockinbird…
…Glory Hallelujah!
E ben ritrovati Maestri!