The Gentlemens Agreement Apocalypse Town
2014 - Subcava Sonora/Digitalea
Alla forma romanzata del disco precedente, stavolta sostituiscono l’impianto narrativo dell’opera rock, all’interno della quale 12 tracce orbitano intorno al concept della Fabbrica, stilema metaforico della ripetitività metropolitana e dell’alienazione individuale, al cui meccanicismo i The Gentlemen’s oppongono il riscatto di una più umanizzante etica ecologistica.
L’unica fedeltà a cui si attengono è quella al concept album e a una base tropical che resta il trademark di Apocalypse Town, visto che per il resto la tracklist è un inventario acustico che rilegge anche in maniera originale sonorizzazioni noise e frammenti di impressionismo raveliano (Leitmotiv #1 INCUBO e Leitmotiv #2 CONSAPEVOLEZZA), bossa nova (Rumore su rumori), prog, samba e tammurriata (KABOOM! Chiude la Fabbrica), groove funky, “panciata” brasiliana e jazzcore (Adeus).
La fecondazione tra popular e rimaneggiamenti rumoristici è ottenuta senza economia di mezzi per rendere quanto più realistica possibile la ritualità della catena di montaggio e i The Gentlemen’s raggiungono, attraverso l’uso di Macina Bulloni, trapani e lucidatrici sfregati su campanacci, Psyco Sitar e Mollofono, una credibilità di ambientazione e un’intensità melodica assolutamente significanti.
In questo terzo lavoro suona tutto in maniera calibrata e ogni arrangiamento sta al suo posto in dosaggi compositivi mai inquinati dall’ambizione a strafare. Il risultato, quindi, sta in pareggio con l’eclettismo della band, che rispetto ai primi due lavori ha raggiunto un grado di padronanza tecnica ed esecutiva più incline alla ricerca e alla sperimentazione di difformità stilistiche di indubbia riuscita.
Il tutto mantenendo talmente coesa la struttura del disco da avere le carte in regola perché diventi un vero e proprio musical.
Se questo è il livello della terza prova in studio dei The Gentlemen’s Agreement, si spera che sia un turning point da cui proseguire per arrivare a una quarta produzione che, visti i precedenti, si candiderebbe a diventare il pezzo da novanta della loro discografia.
Una curiosità: anche la produzione del disco ha seguito un iter lontano dalle logiche della mercificazione, essendo stato realizzato attraverso il baratto, quindi senza utilizzo di moneta. I The Gentlemen’s hanno, infatti, registrato l’album al SudEstudio di Campi (Lecce) di Stefano Manca e in cambio hanno lavorato per un mese alla costruzione di una delle sale di ripresa dello studio.