Traineater<small></small>
• Sperimentale, Progressive

The Book Of Knots Traineater

2007 - Anti

14/03/2008 di Christian Verzeletti

#The Book Of Knots #Progressive

È una costruzione avanguardista quella dei Book Of Knots, non però di quelle futuriste, arroccate su sé stesse, che, quando te le trovi di fronte, potrebbero voler dire tutto e niente.
Questo quartetto di Brooklyn erige un edificio che trascende le forme e la materia certo, ma con le fondamenta ben salde a terra, storicamente piantate tra New York, Cleveland e Detroit. A guardarlo in copertina, pare una fabbrica abbandonata, che si innalza non distante dal centro urbano: da veri artisti moderni Matthias Bossi, Joel Hamilton, Carla Kihlstedt e Tony Maimone ne hanno fatto un complesso di strutture a monito della società odierna.
Un po’ come i TV On The Radio, che però usavano più colori ed immagini, i Book Of Knots hanno radunato per questa loro installazione (la seconda) un gruppo di colleghi tra cui Carla Bozulich, Jon Langford, David Thomas, Mike Watt e Tom Waits: ad ognuno hanno affidato la gestione di un piano e la cosa sorprendente è che, nonostante la pluralità di voci e di vedute, l’insieme è assolutamente solido.
Merito di un lavoro strumentale che salda ogni parte cementificando avanguardia, blues, free e hard-prog. Un lavoro che ad immaginarlo si penserebbe un composto di sovrapposizioni azzardate, invece tutto si incastra, si lega, si compatta con una serie di nodi, anzi, di giunture, che promettono di resistere a lungo.
Le prime quattro tracce – si sa, la base è fondamentale per reggere il tutto – sono da usare come modello per chiunque cerchi di costruire qualcosa di innovativo o almeno di contemporaneo: le pareti alzate dalla voce di Carla Bozulich, i rintocchi minimi di “Hands of production”, la title-track che respira un cielo urbano e il blues sibilato dai coniugi Waits trasportati in città.
Basterebbe questo a rimanere di stucco col naso all’insù ed invece più si procede all’ascolto più si sale ammirati, scoprendo parti di violino che non aderiscono a nessuna scuola, narrazioni essenziali ed uno stuolo di strumenti che lavorano instancabili senza farsi notare (ukelin, arpa elettrica, guzheng, basso fretless, chitarra siamese, theremin, tromba, harmonium, tapeloop e altri oggetti recuperati sul posto, forse lasciati da chi abitava e lavorava prima nell’edificio).
La voce di Carla Kihlstedt mostra quello che Bjork non riesce a cogliere, mentre alcuni indurimenti prog-metal scuotono con una fermezza che i Nine Inch Nails non hanno mai avuto.
“Traineater” è un monile piantato nel mezzo delle nostre città: se ancora non l’avete notato, aprite gli occhi e guardate in alto. Quando abbasserete lo sguardo, avrete un solo pensiero: “Come ho fatto a non vederlo prima?”.

Track List

  • View From The Watertower|
  • Hands Of Production|
  • Traineater|
  • Pray|
  • Pedro To Cleveland|
  • Red Apple Boy|
  • Where´d Mom Go|
  • The Ballad Of John Henry|
  • Midnight|
  • Boomtown|
  • Salina|
  • Third Generation Pink Slip|
  • Hewitt Smithson|
  • Walker Percy Evans High