The Avett Brothers The Avett Brothers
2024 - Ramseur Records, American Recordings e Thirty Tigers
Tornano gli Avett Brothers, la band guidata dai Fratelli Seth e Scott Aveth, con il basso di Bob Crawford e Mike Marsh, ed è subito poesia. Stavolta, dopo cinque anni, vogliono stupire tutti, fin dal titolo, che reca il loro nome: The Avett Brothers, edito per Ramseur Records, American Recordings e Thirty Tigers, è più di un disco, quindi, ed è piuttosto un manifesto di quanto sono stati e intendono essere ancora, accordando in armonia testi poetici - del resto, i due fratelli hanno iniziato proprio facendo slam poetry - e musica coinvolgente.
La band del North Carolina, chiusasi in studio (gli Shangri-La di Malibu) col produttore e amico Rick Rubin, con cui lavora fin dai tempi dell'indimenticabile album del 2009 I and Love and You, ricca dell'esperienza dei precedenti album (a dire il vero più deboli, con maggiori concessioni al pop), ha confezionato un disco che segna una nuova tappa, non solo un ritorno all'ispirazione degli esordi, ma anche una scoperta di arrangiamenti audaci, pur nel solco della migliore tradizione Americana, combinata con indie folk di grande classe.
La band del North Carolina, chiusasi in studio (gli Shangri-La di Malibu) col produttore e amico Rick Rubin, con cui lavora fin dai tempi dell'indimenticabile album del 2009 I and Love and You, ricca dell'esperienza dei precedenti album (a dire il vero più deboli, con maggiori concessioni al pop), ha confezionato un disco che segna una nuova tappa, non solo un ritorno all'ispirazione degli esordi, ma anche una scoperta di arrangiamenti audaci, pur nel solco della migliore tradizione Americana, combinata con indie folk di grande classe.
Le harmonies dell'impasto vocale esaltano la scelta compositiva fin dal brano di apertura, uno strumentale che, come un leit motiv, si trasforma in Never Apart, e introduce la tematica dell'album: ricordi, nostalgie, assenze e presenze, come verrà meglio spiegato in Same Broken Bones, che accarezza orecchie e cuore, con versi come "Someone is waiting for me, Somewhere apart from the part I can see. He never visits, except in my dreams Just out of reach, Gone but still close". Ma la tavolozza delle sfumature del disco si intensifica, man mano che si procede nell'ascolto; da Love of a Girl, vagamente punk, col banjo indiavolato di Scott e la batteria - metronomo di Marsh, alla chitarra imprescindibile di Seth in Orion's Belt, fino alla classicissima ballad 2020 Regret, (lo sguardo da twenty-twenty view, ossia dieci decimi, che illumina i rimpianti dell'annus horribilis 2020) con le voci e il piano dei fratelli in gran spolvero, mentre un tappeto di archi sottolinea la linea melodica, evocando i migliori Beatles (presenti in spirito anche in Same Broken Bones).
Ma si potrebbero citare tutte le tracce, che squadernano la bravura della band, sia compositiva, sia interpretativa, che si rivela nei vari generi praticati, come la love song, lunga, intensa, Cheap Coffee, guidata dal basso di Crawford, o l'inno emozionante di We Are Loved, o ancora le radici di Country Kid, con il violino di Tania Elizabeth che dialoga col banjo (da vedere anche il divertente video: ).
E, se i fratelli Avett ci suggeriscono infine “LIfe cannot be written/It can only be lived”, si potrebbe estendere il concetto al loro lavoro: il loro disco non può essere scritto, può solo essere vissuto, e ascoltato.
Ma almeno ci ho provato, a descriverlo...