Le retour à la raison <small></small>
Derive • Avantgarde • Sperimentale

Teho Teardo Le retour à la raison

2015 - Specula Records

19/09/2015 di Nadia Merlo Fiorillo

#Teho Teardo#Derive#Avantgarde

Il nuovo disco di Teho Teardo è sublime perché spaventosamente affascinante e quasi violento nel suo essere tanto intenso. La potremmo finire qui prima ancora di iniziare, usando una sola categoria estetica come sintesi e lasciando al gusto musicale di chi lo ascolta ogni altro giudizio. Ma sarebbe quanto meno riduttivo costringere Le retour à la raison. Musique pour trois film de Man Ray tra le sbarre di una valutazione così individuale, provocando tra l’altro il fastidio del compositore, noto alfiere della critica oggettiva. Del resto, si tratta anche di un lavoro dai retroscena curiosi, se non altro per gli aspetti freudiani che ne hanno accompagnato la realizzazione.

Pure stavolta Teardo ha sfogato la sua complessa personalità artistica nella simbiosi di architetture musicali e scenografie psichiche, lavorando i suoni in maniera matematica per dare una forma prepotentemente emozionale agli otto eventi acustici presenti nell’album. Solo che qui c’è di mezzo Man Ray, con tutto il suo corredo visionario e simbolico, e l’ex Meathead pare abbia voluto amplificarne la carica onirica senza alcun intento filologico – come lo spirito dada-surrealistico richiede –, affidando all’inconscio la prima e l’ultima parola della sua ispirazione.

E se, come dichiara in alcune interviste, la sceneggiatura di Le retour se l’è inventata a partire dall’interpretazione dei suoi incontri in sogno con Man Ray, allora il ritorno alla ragione di Teho Teardo non può che essere irrazionale e identificarsi con Eros c’est la vie. Man Ray, quindi, apre a Duchamp e l’arte visivo-figurativa diventa pulsione erotica, arpeggio viscerale, il tocco su una campana tibetana, appoggi sensuali di basso, fasce muscolari di archi e voce: quella che Teardo ha ripreso a usare nei vocalizzi magnetizzati di Emak- Bakia.

Gli ingredienti ci sono tutti: metodo e casualità, precisione compositiva e automatismo extrarazionale, rigore strumentale e improvvisazione. Ma pure quel tanto di aleatorietà musicale e di utilizzo di oggetti sonori che qui, grazie all’elettronica, offendono dadaisticamente il tradizionale aspetto astratto-notazionale della musica.

E una certa tradizione va a farsi fottere già nella title track, un’Electric Counterpoint I dall’andamento ritardato e stravolto in corso d’opera da un imprevisto melodico in pieno stile Teardo. Ma è sul finale del disco che la carica avanguardistica del musicista pordenonese va oltre i limiti di ogni ordinarietà creativa. Nelle vesti di un mantra funebre di quasi nove minuti e mezzo e con la presenza di quaranta chitarristi, L’etoile de mer ipnotizza e riproduce in veglia la sensazione di una trance eterna, richiamando esattamente lo stato estraniante prodotto dalla visione di certe pellicole del regista dada.

Se un accompagnamento musicale ai film muti di Man Ray poteva essere commissionato a chiunque, solo Teho Teardo avrebbe potuto creare un disco tanto autonomo rispetto a quei tre corti e dadaista dalla prima all’ultima traccia. Così è stato, e Le retour à la raison diventa la roccaforte del miglior sperimentalismo musicale italiano.

Spiace contraddire la memoria di Goffredo Petrassi, ma si sbagliava quando sosteneva che “La musica per film è musica di arredamento [perché] l’unica ragion d’essere è la sua funzionalità alle immagini”. Anche con questo album Teardo lo smentisce. Peccato però che Petrassi non sia più in vita per dargliene una prova così tangibile.

 

Track List

  • Le Retour à la Raison
  • Emak-Bakia
  • Rrose Sèlavy
  • Hotel Istria
  • Danger Danger Danger
  • Underwater Constellations
  • Synonyme de Joie, Jouer, Jouir
  • L’Etolie de Mer (Marcia funebre del 1900)