Drunk Yoga Velvet Club<small></small>
Elettronica • Elettropop • House

Tacdmy Drunk Yoga Velvet Club

2016 - Autoprodotto

10/08/2016 di Matteo Mannocci

#Tacdmy#Elettronica#Elettropop

È agosto e fa un caldo bestia, non c'è niente da fare (ancora meno del solito), le ferie sono già volate o comunque si bruciano in un battito di ciglia. Mentre pensi a tutto questo sei in macchina e maledici l'aria condizionata che si è rotta; che fare?


Presto detto: spengere il cellulare -in caso di necessità scenografica è possibile lanciarlo dal finestrino anche se non è consigliabile-, aprire tutti i finestrini, alzare al massimo lo stereo e partire per quelle adorabili stradine distaccate dalla città, dove non vedi niente se non una vecchia casa cantoniera o una pompa di benzina dismessa.


Rimane comuqnue il dilemma "quale disco metto su?". La scelta di una musica sulla quale basare un momento, un mood particolare, non è per niente scontata e spesso determina la differenza tra un'oretta qualunque ed una speciale. Quindi, tornando al succo di questo scritto, date un ascolto a Drunk Yoga Velvet Club, il secondo album dei The Academy (a.k.a. TACDMY) e vi sfido a negare che sia il disco giusto al momento giusto.


Ora, non vi sto dicendo che questo disco sia 'il disco dell'estate' nè altri proclami sensazionalisti del genere, ma sono pronto a giocarmi qualcosa che se lo ascolterete non potrete fare a meno di sorprendervi a farlo suonare più e più volte per sfuggire all'apatia e alla calura.


Sonorità dance/house vi accompagnano per le sei tracce componenti l'album, che esce a due anni di distanzia dall'esordio Meaning Of Dance e che colpisce per l'immediatezza dei brani che fin dal primo ascolto si lasciano ascoltare facilmente, sia ad un livello di ascolto rilassato e di sottofondo che ad uno più attento.


Gli arrangiamenti sono più che buoni e l'alternanza di strumenti elettronici e suoni digitali convince; pesa quindi la scarsa durata del disco (appena 27 minuti) che lascia un po' l'amaro in bocca -e facendo assomigliare il disco più ad un lungo EP che ad un album- e l'assenza della hit che avrebbe sicuramente fatto risaltare di conseguenza tutte le altre composizioni.


Un disco riuscito a metà quindi, ma che non mancherà di regalarvi qualche mezz'ora di leggerezza.

Track List

  • BLAVATSKY
  • EGO CHAMBER
  • KNEYEF
  • PRAY THE LORD
  • (IT`S) ALWAYS LIKE
  • WOW SIGNAL