Suz Hiatus
2022 - Springstoff
Affiancata ancora in un paio di brani da Alessio Argenteri, aka Manna Man (Casino Royale, Black Job), che, come il produttore Ezra Capogna (Ezra, Casino Royale, Dub Pigeon), l’aveva già seguita nei suoi album trip-hop, Suz qui vira programmaticamente verso “un'elettronica di più ampio spettro”, che non implica di certo una maggiore “accessibilità” pop dei brani. Si osserva piuttosto una sperimentazione di suoni liquidi, notturni e/o ipnotici, come i vocalizzi campionati di Salutation Akazéhé (par deux jeunes filles)", tratta dal celebre disco La musica del Burundi della collezione Ocora, che svelò nel 1968 le tradizioni musicali del paese.
In generale le poche parole o i pochi suoni cantati si fanno spesso mantra ammaliante, come accade ad esempio fin dall’Intro, o in Winds of Summer Fields: quest’ultima, a dispetto del titolo, che farebbe immaginare atmosfere più solari, ci immerge in sonorità lunari e misteriose.
Spandono una luce oscura i riff quasi da pionieristica elettronica dei primi anni Settanta, che campeggiano in Let No One Live Rent Free in Your Head, la traccia più cantata e quella che invita più a ballare.
Sgocciolano magici e cristallini invece i suoni di Fairy Circle, uno dei due brani con il basso appunto di Manna Man, mentre ha qualcosa di sacrale l’Outro, tra note lunghe quasi come bordoni e percussioni colorate e incalzanti.
Suz mescola world e ritmi elettronici inebrianti e ballabili, sofisticati suoni urban con il fascino del sax tenore di Laura Agnusdei (ospite nel brano Dragon Inn), in connubi che rapiscono come in una trance ossimoricamente lucida e mostrano una volta in più il suo talento. L’artista ha infatti molte importanti collaborazioni alle spalle, con nomi italiani e internazionali, come Angela Baraldi, Black Job, Phoet, Thavius Beck (Saul Williams, Nine Inch Nails), KutMasta Kurt (Kool Keith, Beastie Boys), Justin Bennett (Skinny Puppy), Katzuma, TY1, Pandaj, Spire, White Raven e Weight and Treble, e non smetterà sicuramente di stupirci.