Suonno d`Ajere Nun v`annamurate
2024 - Italian World Beat
Il primo scenario romantico impresso è Fotografia, una storia che vede l’amore come una forma di amicizia nella Napoli post-terremoto del 1980. La città si lega alla tradizione e al suo mutare nello scorrere del tempo, e ‘O calippese napulitano ci mostra quanto la tradizione possa assumere nuove forme anche nella musica: le strofe più melodiche sono contrapposte alle danze presenti nei ritornelli. D’altro canto e suono è ‘A gelusia, brano in cui l’amore sfocia nel dramma e anche le sonorità sono più oscure rispetto alle prime due canzoni del disco.
L’amore per il territorio ritorna in Mare ‘e Margellina, una dichiarazione romantica al mare, agli incontri fatti sulle sue spiagge e alla natura che lo circonda, come il Vesuvio sullo sfondo. Nel brano, oltre a chitarra e mandolino, spicca il suono del violino, a rendere più dolci e vivaci le sonorità. La vivacità ritorna in ‘E giocche ‘e prestiggio, in cui il sentimento romantico viene interpretato in salsa comica. Diverso è il filo conduttore di Ammore busciardo, brano scritto nel dopoguerra in cui a infrangersi è il giuramento d’amore, accentuato dalle sonorità blues dovute dall’unione tra la parte strumentale e la voce di Raiz.
L’ironia compare nuovamente in ‘A canzone do Roccocò, in cui una donna rifiuta l’amore con sprezzo e sbeffeggiando chi prova a corteggiarla, definendo questi uomini piccoli e ridicoli Orlando Furioso od Otello. L’ironia, miscelata a una punta di disillusione, si nota in Il Vesuvio a Parigi: la canzone narra di un amore tra un napoletano e una parigina, in cui il primo auspica che la seconda si trasferisca da Parigi a Napoli con lui, coronando così il proprio sogno romantico. Al brano partecipa il trio vocale delle Sorelle Marinetti, che danno un impatto soul alle sonorità allegre del brano stesso.
Le origini compaiono nuovamente in ‘Mparame ‘a via d’ 'a casa mia, tra la malinconia del protagonista del brano che soffre la lontananza da casa e l’ironia della situazione dovuta al suo stato d’ubriachezza. Il disco si chiude con Munno cane, ispirata alle note di Toto Toralbo e alla storia di Eduardo De Filippo, un racconto di una delle tante Filumena Marturano del dopoguerra, costretta a vendere il proprio corpo per sopravvivere e tormentata da questa condizione, ma consapevole della propria realtà e da essa resa d’animo forte e determinato.
Nun v’annamurate prende l’amore e lo scandaglia nella tradizione, nel mito delle origini e nella storia di Napoli e del territorio che la circonda. I Suonno d’Ajere ci invitano, anche se mettendolo al contrario nel titolo dell’opera, ad amare e a ricercare l’amore, soprattutto per non scordarci delle nostre radici e per cogliere ogni sfumatura che può essere vissuta, anche la più drammatica, nel vivere il sentimento romantico.