Rivelazione della musica reggae africana, Sun Sooley è considerato, a tutti gli effetti, come la risposta di questi anni zero al profeta giamaicano Bob Marley.
Nato a Dakar (Senegal), prima di diventare l’icona del reggae africano, Sun Sooley è considerato un pioniere dell’hip hop senegalese per l’ottimo lavoro svolto con i P. Froiss e gli Jant Bi (´Il Sole´ in dialetto wolof, ndr), mentre solo in seguito con gli Akiboulane è divenuto il punto di riferimento incontrastato del genere reggae per il suo paese.
Figlio dell’Africa, Sun Sooley è un esempio culturale per il Senegal, le sue canzoni riflettono chiari ed espressivi messaggi di fratellanza e democrazia, mentre la sua musica è un inno all’unità, nella quale possiamo scorgere il forte richiamo del movimento del popolo nero verso il panafricanismo.
Spiritualmente debitore al profeta giamaicano, il cantante senegalese lo palesa sin dal titolo del suo disco, ´One day inna Babylon´, richiamando quella Babilonia tanto decantata nei brani del cantore rastafariano.
Le dodici canzoni del disco, in classico stile reggae, sono l’attestazione con la quale Sooley cerca di mettere ´nero su bianco´ l’ipoteca sul ruolo che li spetta anche fuori dai propri confini continentali.
Capace di coniugare scrittura e raffinata interpretazione vocale, dal cantato spiccatamente black, Sooley canta, con forza e carattere, il sole, la vita, l’energia musicale e la spiritualità della sua terra: ´Come again´ e ´Sen system´ sono un esempio pratico.
Accompagnato da vecchie conoscenze del reggae italiano come Lorenzo e Fabrizio Catinella, chitarra e basso dei Ganjamama, da Marco Bazzi alla batteria e Riccardo di Paola alle tastiere, il cantante senegalese propone un ottimo disco di pura prestanza reggae, un sound system ricco di musicalità invaso di strumenti a fiato e percussioni.
Esempi migliori del disco: ´By my side´, ´Hungry mouth´, ´Rastaman´ e la title-track.
Un artista unico nel suo genere.