Steve Rudivelli Gasoline Beauty
2021 - Autoprodotto
Brianzolo, operaio su turni e rocker di notte, cantore senza filtri verbali, canori, strumentali, è quanto di più immediato possiamo ascoltare, dove immediato sta per: testi apparentemente semplici e diretti ma in realtà dei veri e propri mattoni scagliati in faccia ai molteplici aspetti del contesto sociale che lo circonda e che gli vanno stretti. Pezzi strumentalmente scarni, una chitarra acustica, la sua, suonata in cucina, un’armonica e la voce, a volte bofonchiata alla Vasco, che arriva da dietro il tappeto chitarristico elettrico dell’ottimo Andy D. e tanta, tanta poesia stradaiola che lascia trapelare una passione derivante da ascolti onnivori degli artisti americani, quelli, per capirci, a tutti noi cari. Nel suo “poggiare” scarne ma efficaci melodie, le sue canzoni assumono un’attitudine circolare che cattura e le rende frequentemente ipnotiche.
Questo Gasoline Beauty (bellissimo titolo e splendida cover, tra le più belle viste da tempo, opera di Linda Benaglia) è il quinto album in una carriera oscura e dignitosissima, seguita da uno zoccolo duro di estimatori, è un lavoro che fa lo slalom tra quelle pompe di gasoline sparse su una nostrana “thunder road” adagiata tra la Molgora e il Lambro ed eroga canzoni che spesso parlano dell’oro nero e derivati, materia che tutto muove e tiene per le palle il mondo. Attori principali per parte del disco anche le figure inquietanti dei corvi neri che scendono dalla collina, sorvolano distributori deserti, volteggiano su chitarristi stramazzati a terra e ammantano di neri presagi i testi di alcune canzoni.
Venendo ai brani, piacciono molto l’ipnotica title track, Gasoline Beauty, ma anche Giù le mani dal banco con un testo irresistibile che gioca sulle rime e si schiera a difesa di un banco da bar, appena pulito, compagno fedele nelle notti alcooliche dell’autore, “… Giù le mani dal banco anche se ti chiami Luca o Franco, giù le mani dal banco, mettine una sul fianco …”
In Ballerina di tango jazz la voce di Steve si fa chiara e accompagna un testo malinconico in cui la protagonista è una ballerina forse già incontrata nell’immaginazione, il brano possiede un bell’arrangiamento acustico e un’armonica i cui delicati inserti evocano luoghi che stanno nell’hinterland di Duluth. Si segnalano anche Mary Acid Bubble, delizioso bozzetto di ricordi scolastici, oppure la splendida ballata Gasoline Road, la sua Desolation Road che porta verso Lecco.
Sarebbe un errore imperdonabile liquidare Steve Rudivelli come un artista locale, a km zero, in quanto è latore di contenuti ben più profondi rispetto a quanto voglia farci credere, al contrario è un rocker vero che canta in italiano, cosa complicata che però gli riesce bene perché è maledettamente impantanato nella musica americana, potrebbe tranquillamente avere le radici in Texas. Da conoscere e sostenere.