Gasoline Beauty<small></small>
Americana • Rock

Steve Rudivelli Gasoline Beauty

2021 - Autoprodotto

09/11/2021 di Gianni Zuretti

#Steve Rudivelli#Americana#Rock

Incontrai Steve Rudivelli per la prima volta a un suo concerto, fu al Circolone di Legnano, forse era il 2008, rimasi molto colpito e affascinato da questo artista “sghembo”, tanto diverso rispetto a tutto ciò che animava il panorama rock italiano, direi unico per il suo modo di essere e di proporsi come persona ma anche come songwriter  e tuttora  quella sensazione permane, nessuno è come lui. Per usare una perifrasi abusata “se Rudivelli non ci fosse bisognerebbe, ad esserne capaci, inventarlo”, per lui mai espressione fu più azzeccata.

Brianzolo, operaio su turni  e rocker di notte, cantore senza filtri  verbali, canori, strumentali, è quanto di più immediato possiamo ascoltare, dove immediato sta per: testi apparentemente semplici e diretti ma in realtà dei veri e propri mattoni scagliati in faccia ai molteplici aspetti del contesto sociale che lo circonda e che gli vanno stretti. Pezzi strumentalmente scarni, una chitarra acustica, la sua, suonata in cucina, un’armonica e la  voce, a volte bofonchiata  alla Vasco, che arriva da dietro il tappeto chitarristico elettrico dell’ottimo Andy D. e tanta, tanta poesia stradaiola che lascia trapelare una passione  derivante da ascolti onnivori degli artisti americani, quelli, per capirci, a tutti noi cari. Nel suo “poggiare” scarne ma efficaci melodie,  le  sue canzoni assumono un’attitudine circolare che cattura e le rende frequentemente  ipnotiche.

Questo Gasoline Beauty (bellissimo titolo e splendida cover, tra le più belle viste da tempo, opera di Linda Benaglia) è il quinto album in una carriera oscura e dignitosissima, seguita da uno zoccolo duro di estimatori,  è un lavoro che fa lo slalom tra  quelle pompe di gasoline sparse su una nostrana “thunder road” adagiata tra la Molgora e il Lambro ed eroga canzoni che spesso parlano dell’oro nero e derivati, materia  che tutto muove e tiene per le palle il mondo. Attori principali per parte del disco anche le figure inquietanti dei   corvi neri che scendono dalla collina, sorvolano distributori deserti,   volteggiano su chitarristi  stramazzati a terra e ammantano di neri presagi i testi di alcune canzoni.

Venendo ai brani, piacciono molto l’ipnotica  title track, Gasoline Beauty, ma anche  Giù le mani dal banco con un testo irresistibile che gioca sulle rime e si schiera a difesa di un banco da bar, appena pulito, compagno fedele nelle notti alcooliche dell’autore, “… Giù le mani dal banco anche se ti chiami Luca o Franco,  giù le mani dal banco,  mettine una sul fianco …

In Ballerina di tango jazz la voce di Steve si fa chiara e accompagna un testo malinconico in cui la protagonista è una ballerina forse già incontrata nell’immaginazione, il brano possiede  un bell’arrangiamento acustico e un’armonica  i cui delicati inserti evocano luoghi che stanno nell’hinterland di Duluth. Si segnalano anche Mary Acid Bubble, delizioso bozzetto di ricordi scolastici, oppure la splendida ballata Gasoline Road, la sua Desolation Road che porta verso Lecco.

Sarebbe un errore imperdonabile  liquidare Steve Rudivelli come un artista locale, a km zero, in quanto è  latore di contenuti ben più profondi rispetto a quanto voglia farci credere, al contrario è un rocker vero che  canta in italiano, cosa complicata che però gli riesce bene perché è maledettamente impantanato nella musica americana,  potrebbe tranquillamente avere le radici in Texas. Da conoscere e sostenere.

Track List

  • Gasnevada
  • Corvi Neri
  • Frankie Car Gas
  • Gasoline Beauty
  • Giu’ le Mani Dal Banco
  • Blue Tango
  • Ballerina Di Tango Jazz
  • Coca Jack Jet
  • Mary Acid Bubble
  • Gasoline Road
  • Lambro River