Qualcosa di buio si fa luminoso<small></small>
Italiana • Canzone d`autore

Stefano Tessadri Qualcosa di buio si fa luminoso

2025 - AltRo Records

10/02/2025 di Aldo Pedron

#Stefano Tessadri#Italiana#Canzone d`autore

Stefano Tessadri (Milano, 19 gennaio 1974) è da oltre vent’anni uno dei protagonisti della scena cantautorale milanese. Nel 2002 entra a far parte del "Caravanserraglio", un laboratorio musicale dove convergono numerosi artisti e cantautori. Un artista che, attraverso la sua poetica appassionata, riesce a incarnare in dense immagini musicali la relazione tra il suo mondo interiore e i tempi sociali e culturali del nostro presente.

La canzone per lui è un’arte legata all’intimità più profonda, destinata ad abbandonare la superficie delle cose per immergersi più dettagliatamente nelle pieghe della vita. Un cantautore e ricercatore medievale e di folklore, studioso della Antologia del folklore italiano, degli stornelli, della musica seicentesca, delle canzoni tradizionali di un tempo, oltre a esser legato al ricco patrimonio della canzone napoletana, che con mia sorpresa in anni più recenti ho invece conosciuto in un ambito assai differente, come bassista e contrabbassista rockabilly e quindi in prestito al rock and roll.  Una discografia la sua dei primi anni 2000 con Dietro ogni attesa (La Matricola, 2004), Malocuore (Novunque, 2006) e Passione e veleno (Novunque /Universal 2008). Nel 2006 vince il “Premio Ciampi 2006” per la miglior cover con l'interpretazione de Il Merlo che nel 2007 esce nella raccolta dal vivo I nuovi amici di Piero cantano Ciampi (Venus distribuzione). Nel 2016 assume lo pseudonimo di Tex Murky e fonda il gruppo Wolfabilly And The Silvery Moon, in cui suona il contrabbasso e scrive tutti i testi. Sempre nel 2016 esce Magia nera (Rocketman Records), il quarto disco, il primo in puro genere rockabilly. 

Anni dopo, ecco il nuovo lavoro di Tessadri che parte da lontano, dalla ricerca (durata oltre un anno) di alcune melodie e canzoni di un’altra epoca (folk, musica seicentesca e brani tradizionali), nella quale si imbatte spesso nelle poesie e nei racconti di Pier Paolo Pasolini ed ecco allora scattare il progetto di circumnavigare il poeta bolognese di origini friulane, scrittore, regista, sceneggiatore, attore e drammaturgo. 
Con questo nuovo disco Stefano Tessadri indaga il mondo di Pasolini a cinquant’anni dalla sua morte attraverso la composizione di un concept album prismatico e dal titolo assai evocativo: Qualcosa di buio si fa luminoso. Non si tratta di un elaborato critico sull’arte pasoliniana, bensì un’opera originale in cui l’immaginario del poeta rivive sotto una luce inedita, con i suoi ragazzi di borgata (a Roma), i personaggi di Totò e Ninetto Davoli, le sue crude allegorie del neofascismo dei consumi e la sua disperata vitalità che in questa opera si destano e rinascono sotto forma di musica ricercata e nella voce baritonale di Tessadri. Un lavoro e uno studio accurati, decisamente riusciti, ma assai complessi.

L’iniziale Nino e i fiori è un brano scritto a due mani con il figlio Vittorio e narra dell’ultimo giorno di vita dello scrittore e dell’ipotetico dialogo tra Pasolini e un giovane di borgata di nome Nino. Quasi uno stornello a impreziosire il tutto, a cui pensano le trame armoniche di una mandola tenore (più adatta in questo disco che un semplice mandolino), clarinetto e violino, sapientemente arrangiate da Alessandro Sicardi. Le Cinque rose è liberamente ispirata a Poesia in forma di rosa (libro e raccolta di Pasolini per la Garzanti del 1964). Un brano cupo, dark, leggendo le poesie di Pasolini. La ritmica dei brani è affidata ai timpani e all’udu (vaso in terracotta utilizzato come percussione nella tradizione africana), uno strumento nigeriano. La chitarra di Tessadri e il basso fretless di Francesco Di Fioggia fanno da sostegno al clarinetto basso e al violino. 

Canto delle lavandaie del Vomero è considerata una delle canzoni popolari napoletane più antiche, risalente al XIII secolo. Questo brano è presente nel film di Pasolini Decameron del 1971. La canzone si apre con il suono del mare eseguito con l’ocean drum oltre alla splendida voce cavernosa e tenorile (perfetta) del cantautore e alla mandola tenore di Vittorio Tessadri ( bravo quasi quanto il padre).

Pasolini era un intellettuale graffiante, sincero, non asservito al potere, pronto a gettare il suo corpo nella lotta, dotato di uno sguardo lucido sulla società contemporanea, attento a sottolineare i cambiamenti di quella società piegata alle leggi del consumismo divorante. Acuto interprete della realtà italiana, sempre pronto a scandalizzare con la sua logica e a educare gli italiani come un attento docente fa con i suoi alunni, fiducioso nel potere della letteratura, usata come strumento per cambiare e guidare il mondo. Le sonorità del brano Tango della verità, che ben descrive lo spirito pasoliniano, sono quelle del tango argentino alla Astor Piazzolla; lo strumento protagonista infatti è la fisarmonica suonata assai bene da Fabio Greuter, qui decisamente e armoniosamente in primo piano. 

Riccetto è invece un brano ispirato a Ragazzi di vita, il romanzo che portò Pasolini alla notorietà.  La canzone racconta di Riccetto, un ragazzo di borgata con un codice etico e morale fatto di regole non scritte imparate in strada, ma che verranno irrimediabilmente smarrite, una volta cresciuto e responsabilizzato.  Le sonorità sono tipicamente sudamericane con una batteria quasi pop e Vittorio Tessadri al guitalele (una sorta di chitarra / ukelele), mentre il padre supera se stesso in una grande interpretazione, oltre che con una strumentazione talvolta inusuale, ma accurata e perfetta in ciascun brano. 

Fenesta ca lucive è una canzone napoletana, di Vincenzo Bellini  per la musica, e di Giulio Genoino per il testo; la canzone, che la tradizione orale vorrebbe ricavata da una melodia napoletana seicentesca risalente all'epoca di Masaniello, si ispirerebbe a una poesia cinquecentesca del poeta siciliano Matteo di Ganci, ed è stata una vera e propria ossessione per Pasolini che la volle in tre delle sue pellicole: Accattone, Decameron e I racconti di CanterburyTessadri canta bene in napoletano coadiuvato da una chitarra classica suonata dal figlio e dal clarinetto basso di Ludovico Cicchitelli che dà un sapore quasi barocco al brano. 

Salò è il brano più teatrale del disco, e vuol rappresentare l’ultimo e più controverso film di Pasolini Salò o Le 120 giornate di Sodoma; il fulcro è l’anarchia del potere e del suo arbitrio, che arriva persino a manipolare la mente e i corpi delle persone. Il brano esprime degnamente le immagini del film in parole, arrangiato in stile anni 30/40, il periodo fascista. L’atmosfera e le sonorità sono impreziosite dal pianoforte di Paolo Barbato, la tromba di Raffaele Kohler (il re dello swing milanese), il contrabbasso di Frank Masetti e il clarinetto di Ludovico Cicchitelli.

L'ultimo brano dell’album è una rivisitazione di Cosa sono le nuvole, la famosa canzone, scritta da Pier Paolo Pasolini, inclusa nel film a episodi Capriccio all'italiana (1968), e interpretata da Domenico Modugno che la pubblicò su singolo nel 1968, che tratta poeticamente e metaforicamente dell'amore e del significato della vita, e il testo è davvero straordinario. Un brano di poetica semplicità che Tessadri riarrangia regalando un’interpretazione crepuscolare e innnovativa.

Qualcosa di buio si fa luminoso è un album di rara bellezza!

Track List

  • Nino e i fiori
  • Le Cinque rose
  • Canto delle lavandaie del Vomero
  • Tango della verit&agrave;
  • Riccetto
  • Fenesta ca lucive
  • Sal&ograve;
  • Cosa sono le nuvole