Il Giardino dell´Ossigeno<small></small>
Derive • Voci

Stefano Giaccone Il Giardino dell´Ossigeno

2010 - Stella*Nera

07/03/2011 di Andrea Rossi

#Stefano Giaccone#Derive#Voci

E´ bello esordire in Derive, la nuova sezione di Mescalina dedicata a suoni ed approcci "altri", segnalando un nuovo disco di Stefano Giaccone, indimenticato Franti e tante altre cose (Environs, Orsi Lucille, Howth Castle, Kina, per tacere dell’esperienza Blu Bus), che hanno segnato la musica indipendente italiana in modo importante ma non ancora sufficientemente riconosciuto e forse nemmeno compreso fino in fondo.
Perché non è facile seguire le tracce sparse di uno spirito libero ed inquieto, ispirato un po’ da Woody Guthrie, un po’ da John Coltrane e un po’ da Joe Strummer, sostanzialmente “non classificato”, sempre in movimento, sia geografico (Torino, Galles, Sardegna) sia artistico.
Perché, come canta ne “Il giardino dell’ossigeno”,  forse è  come se “il mio copione fosse tutto da rifare, come se i giorni davanti fossero quelli di un altro”.

Da tempo intento a battere, con ammirevole coerenza e qualità artistica, una via propria e solitaria dalle parti della canzone d’autore, Giaccone ci ha regalato nel 2010 un nuovo disco di cui nessuno parla. Un lavoro nemmeno distribuito per canali normali, che bisogna andarsi a cercare, contattando direttamente stella*nera, la non etichetta discografica indipendente, nata nel 1984 e da allora dedita a progetti musicali mai pacificati, spesso entusiasmanti, disponibili solo per corrispondenza in cambio di una sottoscrizione ad a/rivista anarchica.

“Registrato a Norbello, in provincia di Oristano, tra gennaio e febbraio 2010 con due programmi craccati sul pc, senza microfoni né niente”: così recitano le note di copertina, che introducono ad un lavoro mal registrato, fatto in casa, in cui alcuni brani suonano ad un volume più basso, ma che colpisce alla pancia con la forza della sincerità e dell’urgenza espressiva, perché Giaccone ci getta in faccia un pugno di sue canzoni e qualche cover che, in veste folk rock acustico con radi inserimenti elettrici, raccontano pezzi di vita.
Quella di tutti noi.

Fantasmi d’amore del passato, ricordi immaginari, amici del bar cui si compra un giro da bere, anche quando si ci si vorrebbe alzare ed andare via perché “non avrebbe fatto nessuna differenza se me ne fossi andato”.
Cicatrici, perdite, incontri con il proprio passato e sguardo sul futuro, che è “ancora da scrivere”.
Partenze, senso di disagio e spaesamento:“Portami a quel tempo, perché davvero allora io non c’ero”.
Questi i temi che si intrecciano nei brani, alternando storie personali con alcuni momenti più politici.

Tra i brani inediti, si segnalano soprattutto “Andata via per davvero”, “Passapassa”, che mette in musica un testo di Guido Seborga, e “La tua storia”, intensa protest song scritta per il documentario “La Svolta. Donne contro l’Ilva” che racconta la lotta di alcune donne contro l’acciaieria di Taranto che ha i tristi primati nazionali di morti sul lavoro e d’inquinamento ambientale.

Le cover recuperano il Dylan scuro e dominato dal senso della fine di “Not dark yet”, “No Ceiling” di Eddie Vedder,  “Sueno con serpientes” del cubano Silvio Rodrigues, e, a sorpresa, “L’amore conta” di Ligabue, di cui è offerta una versione intensa e riuscita, arrivando senza spocchia al nocciolo profondo del brano.Un’intensa e tirata versione di “Bella Ciao” chiude il disco.

Grazie a Marco Pandin che ha prodotto questo lavoro, e che spedisce i dischi per posta prima ancora di riceverne il pagamento, e grazie a Giaccone per le tracce che lascia. Lo spirito di Franti è ancora sulle strade. A noi cercarlo e non lasciarlo solo.

Track List

  • Il giardino dell´ossigeno
  • Immaginario satellite lunare
  • Tommaso aspetta & l´imbroglione
  • L´amore conta
  • Andata via per davvero
  • Not dark yet
  • Sueno con serpientes
  • No ceiling
  • La tua storia
  • Sardegna
  • Passaparola
  • Bella ciao

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