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Stefano Battistella Interrato dell`acqua morta
2014 - Autoprodotto
#Stefano Battistella#Emergenti#Songwriting #Folk #Pop #Rock #Indie
L’interrato dell’acqua morta non è solo il titolo di un disco, che porta in copertina una volpe impagliata: è una via di Verona, un canale che è stato interrato dopo la disastrosa inondazione del 1882. Ma il fiume continua a scorrere, sotterraneo, a corrodere, e a portare via detriti e rifiuti, ma anche materia essenziale.
Uno studente di filosofia sa bene che sotto le apparenze e sotto la superficie si cela l’essenza; sa anche che il lavorìo di critica, analisi, ricerca, distruzione è funzionale ad una ricostruzione, su nuove basi, dell’esistente.
Lo studente di filosofia Stefano Battistella, veronese, classe 1991, dopo un’adolescenza passata a studiare e suonare con un gruppo post rock, i No Land’s Man, sa anche che un cantautore, con una manciata di canzoni energiche e orecchiabili, una voce ironica e adatta al gusto della sua generazione e un video originale, può farsi ascoltare anche nella prima fase, quella critico distruttiva, in attesa che arrivi l’ispirazione per la seconda fase, quella della ricostruzione, più difficile, ma necessaria, per distinguersi dalla pletora di artisti nichilisti e cinici che stanno invadendo il web e l’etere.
Così, se Battistella viene consacrato “Artista della settimana” sul sito di MTV New Generation, e il suo primo singolo La professione di fede del biscotto savoiardo, da cui è tratto un “coriandoloso” clip, viene scelto da MTV per la sezione “Just discovered” dedicata agli emergenti, il compito dell’ascoltatore attento sarà distinguere l’originalità dallo stereotipato grido generazionale alla Brondi, Linea 77 o Tre allegri ragazzi morti, i germi di un percorso costruttivo e innovativo dall’omaggio alla tradizione alla De André.
I rimandi filosofici, quando non sono mera decorazione estetizzante, potrebbero tracciare il percorso; i suoni ariosi, quando si staccano dal puro divertissement alla Elio, potrebbero costituire una valida suggestione. Aspettiamo fiduciosi le prossime prove, per osservare se l’acqua morta è diventata un fiume in piena.