Southlands Still Play ` n
2024 - Appaloosa Records
Hanno un sound decisamente americano con le contaminazioni del territorio che si fondono alla perfezione con i paesaggi statunitensi al confine con il Messico, dove le ballate di Bruce Springsteen, John Mellencamp, Neil Young, Los Lobos e i Creedence Clearwater Revival si contaminano con i profumi, i piatti della tradizione locale, tra trattori sulle provinciali, bar sperduti e lunghi viaggi in auto, conditi con storie d’amore, amicizia e vita rurale.
I Southlands sono formati da Roberto Semini (chitarra e compositore), Dario Savini (voce), Riccardo Caldin (basso), Fabrizio Sgorbini (chitarra e cori), Michele Romani (batteria); l'ultimo disco, Still Play’n, è ricco di ballate d’amore, mai banali, spesso tormentate e molto iintrospettie, di stile “southern”, blues e contaminazioni country, che arricchiscono la base prettamente rock.
Le 14 canzoni (quasi tutte che vedono Semini tra gli autori, da solo o con altri componenti della band) sono cantate rigorosamente in inglese, e vi troviamo ospiti illustri nonché amici di lunga data, come Jimmy Regazzon (voce e armonica), Paolo Canegari (slide guitar), Riccardo Maccabruni (tastiere) e Marco Rovino (chitarre), tutti componenti dei Mandolin’ Brothers. Inoltre ci sono Mario Zara (tastiere), Maurizio “Micio” Fassino (chitarra) e la vocalist Sara Cantatore, cantante principale o ai cori in molte tracce dell’album.
It’s A Mess è un rock energico alla John “Cougar” Mellencamp, On The Border la ballata che ti aspetti, Sweet’49 uno shuffle coi dovuti crismi.
The Way I Feel è tra le mie preferite, dal riff accattivante, la sezione ritmica impulsiva, le chitarre incisive e taglienti e la voce femminile a scandire il giusto tempo e ritmo.
You Are The Sun è dedicata alla donna amata: "tu sei sempre nei miei pensieri, io ci sarò sempre per te, tu sei la forza che desidero ottenere, tu sei il sole", con un intreccio di chitarre davvero elettrizzante.
La conclusiva Be My Countryside vede la partecipazione e la creazione del brano grazie a un bel numero di persone e amici (oltre una ventina), tra cui vari componenti della band stessa tra cui Fabrizio Sgorbini, e dei Mandolin' Brothers con Paolo Canevari e Marco Rovino, ciascuno con un proprio assolo.
Il libretto all’interno contiene i testi in inglese e la relativa traduzione in italiano, nel migliore stile Appaloosa Records.
Una band coi fiocchi, con una padronanza tecnica non indifferente, per un album in cui si evocano e si celebrano le radici del rock classico con un tocco di modernità. Riff accattivanti, chitarre in grande spolvero e un suono assai gradevole, decisamente americano.