Southern Avenue Be The Love You Want
2021 - Renew Records / BMG
Vabbè, ma c’è un limite alla fortuna, quindi la musica che fanno fa schifo, giusto? Niente affatto!
Prima band di Memphis scritturata dalla rinata Stax Records, con il loro esordio omonimo del 2017 scombussolano la scena cittadina e non solo. Vabbè, ma dopo il primo disco si perdono e si danno al commerciale, no? Ancora no. Keep On (sempre su Stax) si guadagna meritatamente la nomination al Grammy come miglior album di blues contemporaneo.
Il cambio di etichetta non ha influenzato negativamente questo terzo disco e Be the love you want, ripropone il medesimo genere, tipico della band: una mescolanza di quanto di meglio la black music abbia prodotto in un secolo, immerso nel riverberone che ne costituisce ormai il marchio di fabbrica insieme al timbro particolare di Tierinii e al groove di Tikyra. Dovendo trovare una differenza, potremmo dire che in quest’ultimo lavoro fanno capolino, qui e lì, sonorità più orientate agli anni ’70. Tanto da farmi storcere leggermente il naso al primo impatto… Ma ascolti ripetuti ne hanno confermato la bontà e la medesima qualità delle altre produzioni.
Certo, si tratta di un disco più “prodotto” con un suono più composito, e dall’impatto sicuramente meno “live”. Laddove l’esordio era più basato sul suono rootsy della chitarra di Ori Naftaly, qui abbiamo un largo impiego di fiati e cori più ampi e ingombranti che in passato, con più tastiere e con la chitarra in secondo piano. Ma questo non toglie nulla all’impatto della band, alla freschezza e all’energia delle esecuzioni né alla qualità del risultato. Né, tantomeno, alla positività dei messaggi contenuti nei testi che parlano di amore, amore, amore e ancora amore, in tutte le declinazioni possibili, non da ultimo quello per se stessi.
Il disco si apre con il groove quasi “poliziottesco” della title track che nel ritornello si coniuga con una melodia morbida e vellutata; il basso sale in cattedra nella successiva Control mentre l’urgenza si fa ancora maggiore in Push now, nonostante il tempo non velocissimo. Il groove poliziottesco torna in Move into the light, con il suo basso distorto che suona una linea “da fiati”, i fiati (veri) che si aggiungono a ricamare il ritornello e le parti strumentali, e un assolo di chitarra che si insinua in un breve intermezzo “d’atmosfera”. Non mancano ballate dolci come Fences e Don’t hesitate (call me).
Non si tratta soltanto di un disco gradevole, ma anche di una affermazione importante sulla vivacità della black music, quando frequentata da giovani di talento e dal cuore grande.
Dal vivo, per fortuna, i Southern Avenue restano una live band essenziale, dal suono saldamente basato su chitarra ed hammond, sul groove implacabile, sanguigno ma al contempo elegante di Tikyra (che fa anche dei cori così perfetti da sembrare quasi provenienti da un harmonizer!), e con Tierinii che – assolutamente inarrestabile – continua a saltare sul palco come un folletto nonostante il ben visibile pancione che contiene il nascituro terzo figlio della coppia. Una “family Southern band” assolutamente da non perdere.