Slow Fox Black Dog
2014 - Rootsy.nu / IRD
Il nuovo EP, Black Dog, con i suoi spartani venti minuti di durata totale, riparte da un ideale mix dei primi due capitoli, sospeso in un denso country-folk elettroacustico ben lontano dai freddi paesaggi di Umea (cittadina nel nord della Svezia da cui proviene l' autrice); un disco sognato, suonato e immaginato nelle praterie americane, magari di Nashville, partorito con confortante padronanza e ispirazione, forse come mai prima. Nel timbro fiero e sensibile di Slow Fox, emergono, tra le tante, le influenze vocali di nobili figure come Mary Chapin Carpenter e Gillian Welch, in particolare quest'ultima sembra davvero essere il riferimento più vicino ai modi espressivi usati dalla ventinovenne cantautrice svedese. Una voce, quella di Slow Fox, che sa dare peso ad ogni parola, senza alcuno sforzo o acrobazia..
Solo sei brani ma non si butta via niente. It'll Come To Me è davvero un bel pezzo folk rock, emozionale e passionale, con tutta la bellezza dell' armonica che va ad incorniciare l' autoritaria e gentile naturalezza del canto, l'alt.country vibrante al miele d'acacia di Missing You (primo singolo), è un romantico quadretto verniciato di rimpianto che sfuma nel folk intimista un po' scontato (sovente a due voci) di I Wish I Was; a seguire la briosa, incantevole e marciante Oh My saltella tra aggraziate fantasie di armonica, accordi sincopati del basso elettrico e una vocalità leggera, mentre le finezze di mandolino, che impreziosiscono il country folk di Dear Desire (Oskar Nordenqvist) completano un ode acustica-dylaniana dai toni dolci sulle ambizioni della vita. Il finale straniante di Black Dog Waltz, si stacca decisamente da tutto il resto, tra sospiri elettrici (notevole il muro di feedback a metà pezzo), decisi chiaro scuri di matrice indie rock, con “aperture”melodico-corali e rintocchi di chitarra vicini alla psichedelia. Nel complesso una serie di brani sospesi tra nostalgiche, flebili memorie, romanticismo e desiderio.
Prodotto egregiamente dal fratello Pelle Henricsson, Black Dog è un EP pieno di rimandi al passato ma riesce ugualmente a distinguersi per quei personali modi espressivi che, pur sfuggendo spesso alle qualità creative, raggiungono aspetti cari alla dimensione umana, sensoriale ed emozionale. E forse non è casuale che il significato del suo nome artistico, Slow Fox, si basi fondamentalmente sull'idea di un animale intelligente che ha solo bisogno di un po' più di tempo rispetto agli altri per arrivare a destinazione, un tempo maggiore però utile per pensare, capire meglio il tragitto e il fine del suo percorso; beh, in effetti, in lei la tradizione americana non si rinnova ma sembra ottimizzarsi, Slow Fox non precede i tempi ma li valorizza, gli da quei significati che appartengono solo a chi “conosce”, lontano dalla superficie e dal formalismo. Consigliato.