Sir Rick Bowman A Quiet Life
2016 - New Model Label
Pure la proposta musicale del quintetto pratese non sembra essere mutata poi tanto dalle sonorità tipicamente british dell'esordio, che presentava molte tracce dal fascino irresistibile, su tutte Over Border's Ground, uno dei pezzi più belli usciti dalla scena neo-psichedelica italiana degli ultimi anni. Il termine psichedelia in questo caso va preso con le molle, il sound di Sir Rick Bowman non è quel che suole definirsi un progetto a forti tinte acide, anzi, ricorda semmai certe formazioni che nell'epoca post punk si distinguevano da quelle che avevano sonorità tipiche della new wave.
Il nuovo disco, A Quiet Life, la sempre difficile opera seconda,registrata in due tappe a Firenze e Prato riconferma i toscani su ottimi livelli e vede la presenza leggermente più marcata delle tastiere sulla solita egemonia chitarristica. Un lavoro che parla della difficoltà di diventare trentenni e di accorgersi che il tempo del divertimento e del disimpegno è passato. Il tutto senza prendersi troppo sul serio con humour britannico ma soprattutto ironia toscana.
La bella voce dal gusto retrò di Riccardo Caliandro, che scrive in toto testi e musiche, è una delle armi vincenti del gruppo ma non c'è solo quella.
Fra le canzoni più interessanti troviamo la title track A Quiet life, meritevole anche del primo video tratto dall'abum, His Man e la splendida 440 or This Thorn in the Side, a livello vocale il top dell'intero album.
Suonano molto sixties cose come Tip of the tongue, mentre le lineari Hurry & Fall e The A.of Spencer Dwight ricordano da vicino quelle innocenti canzoni dei primissimi R.E.M. Menzione doverosa per la traccia più coraggiosa, i 10 minuti di Black Horizon che chiudono il disco. Un brano idealmente diviso in due sezioni, inizialmente è la voce di Caliandro, al solito molto vicina a Liam Gallagher degli Oasis, a farla da padrone per lasciare poi spazio a un crescendo strumentale vagamente psichedelico ed una chiusura pianistica molto delicata. Davvero un bel modo di terminare il disco.
Manca fra questi solchi una canzone vincente come Over Border's Ground ma questo non sposta di una virgola il giudizio complessivo sul disco, nuovamente riuscito 3 anni dopo l'opera prima.
L'unico rammarico è che realtà come Sir Rick Bowman riescono a conquistare fette di pubblico solo a livello locale, vista la difficoltà attuale di esibirsi fuori delle mura amiche in considerazione del numero sempre crescente di nuove formazioni, proliferate a vista d'occhio dopo l'avvento della Rete. Magari il futuro giocherà a loro favore e smentirà queste parole.