Simple Minds Direction Of The Heart
2023 - BMG
I Simple Minds rispondono senza dubbio a ciascuno di questi requisiti, se è vero che Direction of The Heart, il loro diciottesimo album in studio, contiene brani molto accattivanti, nel solco delle sonorità new wave ed elettroniche, che li resero celebri negli anni Ottanta, ma, anche, che il loro recente tour, significativamente intitolato 40 Years Of Hits, ha registrato il sold out quasi ovunque, con alcune date aggiunte.
Dopo la pubblicazione, nel 2018, di Walk Between Worlds, entrato nella Top 5 del Regno Unito, ecco dunque il nuovo disco: nove tracce, in cui ritroviamo Jim Kerr in grande spolvero, come del resto tutti gli altri componenti della band britannica, complici nel raccogliere la sfida del leader del gruppo: “Come fare un bel disco 'Electro-rock', nei momenti peggiori? Direction Of The Heart è il risultato di quella sfida. Chi avrebbe mai pensato che ci saremmo divertiti così tanto a crearlo?”.
Non si creda comunque che il clima del disco risenta di una sorta di operazione nostalgia, né che cavalchi l'ultima moda di recupero degli Shining Eighties: Vision Thing, ad esempio, dedicata al padre di Kerr scomparso tre anni fa, sostenuta da un ritmo incalzante e dalla chitarra di Charlie Burchill, contiene un testo molto profondo, descrivendo una visione del padre, a cui il figlio si rivolge: You have the gift, can you show me the plan? / Show me the way that I could understand / I opened up and I was able to see / The vision thing, you got the vision thing...
Il disco è stato scritto quasi tutto in Sicilia da Kerr e Burchill, che hanno base proprio nell'isola (c'è una Taormina version della splendida Direction of the heart, quintessenza del Simple Minds sound...), registrato e prodotto ad Amburgo, con Andy Wright (Massive Attack, Echo & The Bunnymen) e Gavin Goldberg (Simply Red, KT Tunstall), masterizzato con registrazioni separate, causa pandemica, di altri membri del gruppo, come l bassista Ged Grimes (che ha partecipato alla stesura di First You Jump e Solstice Kiss), la batterista Cherisse Osei e la cantante Sarah Brown: eppure la scommessa è stata vinta, e il lavoro complessivo risulta compatto, coerente con il percorso artistico della band, con la sua visione sonora e la sua vocazione a fare riflettere, attraverso testi coinvolgenti e armonizzati con le armonie create.
Ad esempio, Planet Zero, introdotta e sostenuta dalla voce di Brown, presenta una serie di domande incalzanti, che dovremmo porci tutti noi (Do you believe in planet zero? / Do you believe just where we're from? / Ever dream of planet zero? / Ever feel that you belong?); ancora, Who killed truth, molto U2 dei tempi d'oro, contiene pensieri condivisibili (In the center, in the town / There's a place, there's a space, there's a sound / People coming together / Stop the illusion / Looking for a mission...), mentre i suoni ricreano un'atmosfera di energia, ansia e speranza insieme.
Certo: i Simple Minds continuano a vivere, a suonare, a donare emozioni. da quarant'anni.