Selva Oscura<small></small>
Italiana • Rock

Selva Oscura Selva Oscura

2024 - Overdub Recordings

25/03/2025 di Giada Lottini

#Selva Oscura#Italiana#Rock

Nel mare magnum delle uscite discografiche del 2024, è doveroso parlare dei Selva Oscura, band composta da Umberto Maria Giardini alla voce, Enrico Blanzieri alle chitarre e da Michele e Filippo Dallamagnana, rispettivamente al basso e alla batteria. Con Selva Oscura, un EP pubblicato tramite Overdub Recordings lo scorso dicembre, il cantautore torna a sperimentare in un territorio sonoro che abbraccia rock psichedelico ed hard rock potente e stratificato.

L’EP, diviso in cinque tracce, affonda le radici in suoni che richiamano da vicino l’alt rock degli anni 90: vengono in mente, ad esempio, ascoltando l’iniziale Mercurio, i Soundgarden dei primi album. Chitarre corpose, sezione ritmica potente ed effetti applicati alla voce conferiscono spazialità e profondità alle tracce, con dinamiche che si muovono tra momenti più rarefatti e vere e proprie esplosioni sonore. La voce di Giardini, in questo caso, rafforza il carattere delle canzoni virando da momenti più lirici a tonalità più cupe e, come sempre, si dispiega tutto l’enorme talento del cantautore nella scrittura, a testimonianza di una versatilità e di uno spessore sempre più difficili da trovare.
Nonostante il richiamo a certe atmosfere passate sia evidente, manca del tutto l’ effetto nostalgia e si riscontra invece una grande capacità di arrivare dritti alla sostanza delle cose.

Continuando nell’ascolto dell’Ep, in Oceano di Nessuno, la batteria incalzante crea una sensazione ipnotica che si lega alle sonorità hard già menzionate. L’energia che si crea viene guidata dalle chitarre che creano dinamiche suggestive, a testimonianza del fatto che la struttura del pezzo, seppur breve, è costruita con precisione e non a caso. Ipernotte, a seguire, è la traccia più rappresentativa dell’attitudine dei Selva Oscura, oltre a essere la più energica e intensa all’interno dell’EP. L’ampiezza dei concetti espressa nel testo e la potenza del suono creano un ottimo connubio, donando tra l'altro grinta e freschezza al tutto. Tu che domini è invece una ballata cupa dall’atmosfera particolare. L’andamento è denso e ineluttabilmente avvolgente, pur sviluppandosi armonicamente in modo naturale: così viene affrontato un rapporto deteriorato, la cui fine è una liberazione attesa e sperata.
Thai conclude questo esordio, mescolando elementi profondamente spirituali a una struttura complessa. Le atmosfere sono oniriche e la parte musicale si rivela particolarmente complessa, sintomo di una band che a livello di creatività è assolutamente in grado di sorprendere e che, speriamo, continuerà a farlo.

Track List

  • Mercurio
  • Oceano di Nessuno
  • Ipernotte
  • Tu che domini
  • Thai