Royal Bravada Royal Bravada
2014 - Autoprodotto
Il suono mischia l'indie degli anni '00 con quello degli anni subito a seguire, impastato magari di più elettronica. Le chitarre di Drawing Circles con il loro botta e risposta sembrano sussurrare all'orecchio dell'ascoltatore due semplici parole “Arctic Monkeys”, ma è già col primo brano, Secrets, che le carte scoperte della band sono quelle vincenti: Thieves Friends passa per i vicoli dei Kaiser Chiefs, mentre Round The Corner bussa alla porta dei Franz Ferdinand. Tutto questo ovviamente non significa mestamente 'copiare' o 'fare il verso', ma semplicemente la presenza di linee guida abbastanza evidenti, ma che mantengono una certa distanza dall'ego della band.
Con Hold Fast invece si torna a premere il piede sull'acceleratore, chitarre che duettano e vengono spinte da un basso preminente, una batteria che fraseggia senza timori e la voce ad amalgamare il tutto. Un'equalizzazione molto british e la freschezza dei Royal Bravada è bell'e pronta.
Da segnalare la strepitosa e violenta Black Bones e l'inaspettata (ma abbastanza inutile) Darkside Backyards per comprendere l'estro del gruppo e i difetti che ogni primo lp deve per forza di cose portarsi dietro. Piccola chicca la cover di Hey Boy Hey Girl che ricorda per forza di cose un po' la versione dei BSBE ma poco conta, punto in più per lo spirito d'iniziativa.
Non rimane che fare i complimenti ai Royal Bravada e un in bocca al lupo per un presente fresco e dinamico come il loro stile.