Roy Paci & Aretuska Baciamo le mani
2001 - VICEVERSA
Roy Paci vi prenderà parte insieme ai suoi Aretuska, ensemble siciliano con cui ha inciso questo disco e sancito l’inizio della sua carriera, dopo tante collaborazioni di prestigio come strumentista. C’è da dire che il trombettista siracusano è stato abile a sfruttare i suoi trascorsi da sessionman per cogliere con tempismo la popolarità di Manu Chao e dello ska, che al momento sono le migliori garanzie di successo sul mercato italiano. “Baciamo le mani” sprizza proprio rock steady e ska da ogni poro, trasuda ritmo, fiati e divertimento fino a togliere il respiro, se non fosse per il sollievo di un jazz accennato, come una raro venticello estivo. La stessa asfissia è portata dal look tipo “Il padrino”, ribadito anche nel titolo e nei soprannomi della band, forse per dichiarare le presunte origini meridionali del suono.
Anche se uscito quest’inverno, il disco è perfetto per i pomeriggi estivi, per i party e per le serate afose in cui c’è bisogno di una spinta a muoversi e a godere. E Roy Paci ha ormai l’abilità e l’esperienza necessarie, a cui aggiunge una manciata di cover e un trio d’ospiti che tirano i pezzi.
Dani Carbonell, voce dei Macaco, impasta un rap caliente in “Grande la media noche”, Meg dei 99 Posse fornisce una versione passionale di “Se stasera sono qui” e Bunna degli Africa Unite maneggia da par suo lo ska di “The duse”. Anche le cover rispettano le temperature del disco: “Se stasera sono qui” di Tenco e Mogol, il tema di “Giù la testa” di Ennio Morricone, “Scrapple from the apple” di Charlie Parker e “A taste of honey”, ovvero la sigla de “La domenica sportiva”.
Il disco suona omogeneo ed immediato, costruito sulla spinta dei fiati (tromba, sax tenore e trombone) e sugli interventi della chitarra simil-jazz di Peppe Siracusa, ma pecca un po’ di originalità: sarebbe stato interessante lasciar perdere l’orecchiabilità di alcuni pezzi strumentali e caricarli di un minimo di sperimentazione. Non che ci siano cali di tensione, ma alla lunga si ha l’impressione di una formula ripetuta per mettere in mostra le capacità strumentali accattivanti della band.
“Baciamo le mani” è un cd spassoso, Roy Paci sparge peperoncino ovunque e forse è un errore cercare gusti diversi, ma nessuno ci toglie dalla testa l’idea che il lavoro avrebbe potuto essere meno radiofonico e più centrato su quella tradizione meridionale a cui gli Aretuska fanno riferimento.
Allora sì, gli avrei baciato le mani.