Duke`s Flowers<small></small>
Jazz Blues Black • Jazz

Riccardo Fioravanti Duke`s Flowers

2016 - Abeat Records / IRD

31/10/2016 di Pietro Cozzi

#Riccardo Fioravanti#Jazz Blues Black#Jazz #Alessandro Rossi #Daniele Raimondi

Ancora Ellington? La domanda “sboccia” spontanea nel prato di Duke's Flowers, omaggio green alle composizioni del sommo maestro che hanno a che fare con i fiori. E la risposta è decisamente positiva, soprattutto quando se si ha un'idea chiara e un progetto originale su come “accudirle”, le delicatissime rose e le sensuali corolle africane, le azalee e le miracolose angeliche. Perché sono davvero tante le piante nel canzoniere ellingtoniano, raccolte qui dal bassista Riccardo Fioravanti (cognome ispiratore...) e dal suo variegato quartetto in un concept-album abbastanza singolare.

Quello che fa apprezzare subito il lavoro è la ricerca di una veste originale con cui riproporre i brani di un autore certo imprescindibile ma forse abusato. La scelta è quella di privilegiare, più che la complessità o la lunghezza delle parti soliste, l'assortimento delle sonorità, assemblando quattro musicisti che esprimono stili differenti. E così Fioravanti, pietra miliare del suo strumento in Italia, unisce alla spigliata personalità del basso elettrico gli echi africani dei tamburi (Alessandro Rossi), i tocchi psichedelici della chitarra (Roberto Cecchetto) e la vasta gamma di influenze della tromba (il giovanissimo Daniele Raimondi) che spazia da una melodiosa cantabilità a passaggi rumoristici e sperimentali. Questo intreccio si fa comprendere e apprezzare fin dal primo ascolto, anche se il disco è lontanissimo da una lettura filologica del Duca o da un approccio banalmente mainstream, giocato solo sul blues. L'atteggiamento è informale e rilassato – tranne per Blue Pepper, violenta esplosione di ritmo, e Angelica, dalle cadenze più latine – e permette alla musica di fluire con naturalezza, immergendo i diversi temi nei colori caldi delle improvvisazioni. Particolarmente efficace è il sostegno della sezione ritmica, sempre mirata nelle scelta delle sonorità, mentre l'assenza del piano libera ulteriormente la fantasia.

La partenza è trascinante: l'ipnotico pedale del basso (la mano sinistra del Duca!) e i tamburi afro introducono il tema ammaliante di African Flower, che culmina in un coinvolgente crescendo della tromba. Riuscita rielaborazione di un pezzo tratto da Money Jungle (1963), raro e memorabile disco solista di Ellington accompagnato per l'occasione da Mingus e Roach, è una delle tracce più coinvolgenti. Affascinante anche Absinthe (da Afro-Bossa, 1963), che “ripulita” dell'arrangiamento orchestrale originale si riveste completamente del suo timbro oscuro e sinistro, con ancora la tromba di Raimondi in primo piano. Ci sono anche brani che si rifanno a celebrati e storici incontri, come quello fra Ellington e Coltrane (la già citata Angelica) o fra Ellington e Armstrong. A Flower Is A Lovesome Thing, scritta da Billie Strayhorn presenza abituale nel repertorio delle band del Duca, contrappone la linearità della tromba allo scoppiettare nervoso degli altri tre strumenti sullo sfondo, in una progressiva accelerazione. Blue Rose, ben costruita, vive a lungo del rincorrersi tra basso e chitarra e acquista pian piano accenti jazz-rock, fino alla chiusa solitaria di Cecchetto. Non manca neppure un originale di Fioravanti, Blue Flower, delicata e sofferta elegia sottolineata dalle stranianti e un po' acide note della chitarra.

Duke's Flowers è un modo piacevole e originale di riscoprire un “imprescindibile” come Ellington, di cui qui si rileggono composizioni meno famose e più marginali, ripescate nell'impetuoso fiume creativo del grande bandleader.

 

Track List

  • African Flower
  • Azalea
  • Absinthe
  • Angelica
  • A Flower Is A Lovesome Thing
  • Blue Pepper
  • A Single Petal Of A Rose
  • Blue Rose
  • Blue Flower