Il post rock è divenuto un fenomeno sentito ma anche irrimediabilmente inflazionato che sta portando a numerosi album fotocopia e alla nascita di gruppi che non hanno nulla di nuovo da dire.
I Red Sparowes, gruppo con un percorso di crescita personale e discusso, hanno le carte in regola per uscire dal profittevole conformismo del genere ma, purtroppo, ha dato alle stampe l´ennesimo lavoro dal titolo chilometrico che, però, non aggiunge né toglie nulla.
Entrando nello specifico, ´The fear is excruciating, but there in lies the answer´ avrebbe potuto essere un disco importante per la carriera del gruppo ma è, invece, solamente un buon lavoro che, alla lunga, potrebbe stancare.
Il disco parte in sordina ma, man mano che ci si addentra nel caos controllato delle melodie strazianti, si respira una sorta di equilibrio interno assolutamente non prevedibile e gestito nel migliore dei modi dal gruppo.
Non esiste la forma canzone, né nella durata né nella struttura melodica, ma esistono suites lunghe, strascicate a dovere, dissonanti e con un cuore dalle pulsazioni metal (la coda di ´In illusions of order´, ´A Hail of bombs´ che sembra uscita dal repertorio degli Isis).
D´altronde, è normale, fa parte del dna del post rock e questo disco riprende la grammatica di un genere ormai ristagnato su se stesso percorrendo ancora una volta lo stesso percorso sicuro, testato.
I Red Sparowes non vanno mai sopra le righe, per fortuna, controllano le loro potenzialità diluendole avaramente negli otto pezzi del disco ed è come se volessero cominciare d´accapo, senza considerare i progressi apportati con ´At the soundless dawn´.
Il quintetto losangelino riesce nel suggerire immagini allucinanti e visioni oscure ma è come se fossero presenti tanti elementi utili per una pietanza nuova senza, però, uno chef capace di creare un qualcosa di nuovo, rivoluzionario.
Si riparte da zero, qualcosa viene accennato e si procede fino all´ultima traccia col pilota automatico regalando all´ascoltatore un morbido atterraggio.