Raoul Moretti IsolaMenti
2019 - FonoBisanzio / IRD
#Raoul Moretti#Elettronica#Ambient #Raoul Moretti #Electro Harp
L'arpista italo elvetico Raoul Moretti appartiene senza dubbio alcuno a chi opta per la seconda scelta; il suo cammino, artistico ed esistenziale, lo ha portato in Sardegna, e lì lo ha condotto a creare il terzo lavoro, in cui l'arpa elettrica si arricchisce di inedite, suggestive tonalità, attraverso una scrittura musicale complessa e collaborazioni di prestigio.
IsolaMenti, dedicato significativamente Alla bellezza che abita l'isola, è un disco articolato, maturo, poliedrico, cangiante, difficilmente classificabile; potremmo azzardare la definizione di opera d'arte musicale, poiché molteplici sono le sfaccettature proposte dal disco fisico. Il ricco libretto infatti presenta immagini d'autore, alcune a colori, altre in bianco e nero, accompagnate da didascalie - citazioni, che illustrano il percorso dei brani, di cui solo uno, Identità, contiene la presenza di una voce umana (e che voce...Beppe Dettori dei Tazenda, con cui Moretti ha proposto uno splendido omaggio a Maria Carta, finalista al Tenco).
L'assenza di parole, però, non inficia l'espressività dei brani; l'arpa di Moretti, insieme ai suoi partners, Julia Kent al violoncello, Michele Gazich alla viola, Giuseppe Joe Murgia al sax e Marco Bianchi al vibrafono e alla marimba, riesce a comunicare alla perfezione sentimenti, stati d'animo, frutto di profonde riflessioni dinanzi alla natura, intesa non solo come scenario circostante all'uomo, ma anche, e soprattutto, come un tutto unico, coinvolgente, in cui l'uomo sperimenta la propria impermanenza, e cerca di tenerne traccia attraverso il segno musicale, e l'arte in genere.
Un brano esemplificativo in tal senso, fin dal titolo, è proprio Nel fluire, con le corde della viola di Gazich a dialogare con quelle dell'arpa di Moretti, per creare lo spazio in cui il fluire implica un processo di autoconoscenza, di riflessione, che escluda la superficialità edonistica, per entrare in una dimensione profonda, come un aquilone che voli libero, ma il cui volo possiede un filo che gli dà una direzione.
E la direzione è proprio quella dell'ascolto, dell'attesa, della riappropriazione del pensiero, come emerge da Lib(e)rando, o da E(s)senza, brani nei quali la ricerca di senso sta anche nei giochi grafici di parole, come del resto è evidente e programmatico nello stesso titolo, con la maiuscola che separa Isola e Menti.
Un disco, come un'isola, per menti aperte, che desiderano abbandonare facili certezze e addentrarsi nei territori inesplorati di una nuova dimensione. Bene hanno fatto gli esperti di un'isola, L'isola che non c'era, che lo hanno premiato come L’Artista che non c’era, nella sezione strumentale, per l'edizione 2020 del Premio. Un ottimo auspicio per un musicista che ha ancora tanto da dare e da dire.