IsolaMenti<small></small>
Elettronica • Ambient • World music

Raoul Moretti IsolaMenti

2019 - FonoBisanzio / IRD

30/07/2020 di Laura Bianchi

#Raoul Moretti#Elettronica#Ambient #Raoul Moretti #Electro Harp

Chi è stato abituato alle colline verdi, alle pianure e alle improvvise altezze della Regio Insubrica, nel momento in cui si trovasse di fronte all'enigmatico contrasto fra terra, mare e cielo del paesaggio sardo, potrebbe avere due reazioni: fruirne come un turista distratto, oppure rischiare di perdersi, e di ritrovarsi, imprimendo nel proprio io il segno indelebile di una natura evocativa, e creando un mondo interiore.

L'arpista italo elvetico Raoul Moretti appartiene senza dubbio alcuno a chi opta per la seconda scelta; il suo cammino, artistico ed esistenziale, lo ha portato in Sardegna, e lì lo ha condotto a creare il terzo lavoro, in cui l'arpa elettrica si arricchisce di inedite, suggestive tonalità, attraverso una scrittura musicale complessa e collaborazioni di prestigio.

IsolaMenti, dedicato significativamente Alla bellezza che abita l'isola, è un disco articolato, maturo, poliedrico, cangiante, difficilmente classificabile; potremmo azzardare la definizione di opera d'arte musicale, poiché molteplici sono le sfaccettature proposte dal disco fisico. Il ricco libretto infatti presenta immagini d'autore, alcune a colori, altre in bianco e nero, accompagnate da didascalie - citazioni, che illustrano il percorso dei brani, di cui solo uno, Identità, contiene la presenza di una voce umana (e che voce...Beppe Dettori dei Tazenda, con cui Moretti ha proposto uno splendido omaggio a Maria Carta, finalista al Tenco).

L'assenza di parole, però, non inficia l'espressività dei brani; l'arpa di Moretti, insieme ai suoi partners, Julia Kent al violoncello, Michele Gazich alla viola, Giuseppe Joe Murgia al sax e Marco Bianchi al vibrafono e alla marimba, riesce a comunicare alla perfezione sentimenti, stati d'animo, frutto di profonde riflessioni dinanzi alla natura, intesa non solo come scenario circostante all'uomo, ma anche, e soprattutto, come un tutto unico, coinvolgente, in cui l'uomo sperimenta la propria impermanenza, e cerca di tenerne traccia attraverso il segno musicale, e l'arte in genere.

Un brano esemplificativo in tal senso, fin dal titolo, è proprio Nel fluire, con le corde della viola di Gazich a dialogare con quelle dell'arpa di Moretti, per creare lo spazio in cui il fluire implica un processo di autoconoscenza, di riflessione, che escluda la superficialità edonistica, per entrare in una dimensione profonda, come un aquilone che voli libero, ma il cui volo possiede un filo che gli dà una direzione.

E la direzione è proprio quella dell'ascolto, dell'attesa, della riappropriazione del pensiero, come emerge da Lib(e)rando, o da E(s)senza, brani nei quali la ricerca di senso sta anche nei giochi grafici di parole, come del resto è evidente e programmatico nello stesso titolo, con la maiuscola che separa Isola e Menti.

Un disco, come un'isola, per menti aperte, che desiderano abbandonare facili certezze e addentrarsi nei territori inesplorati di una nuova dimensione. Bene hanno fatto gli esperti di un'isola, L'isola che non c'era, che lo hanno premiato come  L’Artista che non c’era, nella sezione strumentale, per l'edizione 2020 del Premio. Un ottimo auspicio per un musicista che ha ancora tanto da dare e da dire.

Track List

  • Con - solazione
  • Nel fluire (feat. Michele Gazich)
  • Emersioni (feat. Giuseppe Joe Murgia)
  • Lib(e)rando
  • Là fuori
  • Qui dentro (feat. Julia Kent)
  • Vie di fuga
  • Paradiso perduto
  • Connessioni
  • E(s)senza
  • Mondo ritrovato
  • Fragili squilibri (feat. Marco Bianchi)
  • Identità (feat. Beppe Dettori)
  • Sola - mente

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