Rame Rame
2018 - Emme Record Label
Ma Rame è anche anagramma di Mare: un elemento liquido, fluido, versatile, che sembra contrastare con la solidità del metallo, eppure che con esso ha in comune la lucentezza, la duttilità, la profondità dei riflessi. Da Sultano, condotta sul filo del dialogo fra il vibratile pianismo di Spanò e la morbida voce di Fin, con incursioni nel free jazz e echi mediterranei, passando per Voceria, in cui i vocalizzi si intrecciano con le percussioni di Mampreso, fino a giungere al testo letterario ed evocativo di Disio, dalla linea di contrabbasso profonda e sensuale, il discorso impostato dal quintetto è tutto incentrato sull'omaggio a quella scuola di jazz italiano che tante stelle ha dato al firmamento musicale mondiale, ma insieme alla canzone d'autore, vera fonte continua di ispirazione per i giovani musicisti.
Si ascolti a tale proposito la breve, intensa Incompreso: la voce non è solo il veicolo di sensazioni estemporanee e superficiali, ma diviene uno dei cinque strumenti, che ricamano insieme un tappeto sonoro ricco di senso, in cui il testo è al servizio del messaggio nel suo significato più ampio; oppure l'intro di Love and Lovers, con Centasso e Fochesato che intessono armonie sospese, aspettando il crescendo finale.
E, se il brano Rame, che dà il titolo all'album e costituisce la carta d'identità del gruppo, è posto al termine del disco, un motivo c'è: i cinque musicisti preferiscono lasciare all'ascoltatore tutto il gusto di scoprire le numerose sfumature del proprio discorso, per sorprenderlo con un brano complesso e ricchissimo di suggestioni, che apre a nuove prospettive gli sviluppi futuri di un quintetto che ha ancora tante carte da giocare.