Q Soul, PRESENT
2023 - Columbia Records
Marsden acconcia il trend retrospettivo con espedienti distintivi e “magheggi” lecitamente allestiti sulla scena di un remake d’autore. Nella prima parte dell’album Q non perde mai di vista il sound innescato dalla opening track, aggiornando il modello synth-funk e future-soul in abbrivi apparentati al Ric Wilson di They Call Me Disco (soppesando un’enfasi melodica più accentuata e un tiro cool meno danzereccio). Fanno anche capannello, richiamando quegli stessi fascinosi ed eclettici gorgoglii, gli sbalzi groove a firma 7 Days Of Funk (fra Dam-Funk e Snoop Dogg ne vien fuori una tendenza affine al vagito artistico del primo) e certa creatività di sponda Ras G (in periferie non così cosmiche ed astrali, bensì di estrazione più invariabile e “terrena”).
Intarsi melodici à la Mndsgn e vena poetica dal verbo Anderson Paak, farciscono l’alternanza di colpi di classe, i cui ragguardevoli picchi si avvistano nel falsetto stile Prince, presente in realtà a fiotti, e splendidamente insufflato in Not Alone, The Hide e Stereo Driver, con quest’ultima ad aprire il fascicolo ballate (immancabile appuntamento per ogni adepto soul che si rispetti), seguito poi a ruota dal plot in levare di Incapable Heart e, qualche salto più avanti, da una Today sul cui sfondo a far strage di cuori si offrirebbe eccome il sommo registro di Barry White. Effetto “Eros” che farà capolino anche in Understand (coabitato dal feat. R&B di Baby Rose), nevralgica forma e melliflua sostanza in cui Q fa recapitare il vezzo romantico del Twin Shadow di Forget (brano omonimo del suo miglior disco).
Sia nei componimenti più morbidamente cadenzati sia in quelli più irrequieti, Marsden combina gli elementi classici di genere a un ossequioso e incisivo restauro, rilasciando, en passant, stille di spiritualità e rifrazioni gospel (l’invisibile mastice, forse, che tiene sù tutto).
Soul, PRESENT si libra nell’aria e attraversa una nuvola; libera stormi di armonie sinuose e scuote quel piglio di svezzata maestria (ascrivendo gli onori a enciclopediche e ispirate cognizioni del mestiere). Aguzza l’ingegno a giocar su più tavoli, perlopiù piani inclinati su cui sfrigolano allo strenuo essenze e vapori di inestinguibili tradizioni musicali.