Portfolio Due
2014 - Autoprodotto
Il primo termine che mi esce spontaneo per definire il lavoro dei Portfolio è classe. Due è un album elegante, affascinante e soprattutto mai banale pur essendo semplice musica, una volta si diceva, “leggera”.
I Portfolio formatesi in quel di Reggio Emilia nel 2003 in realtà hanno subito varie mutazioni nel tempo fino ad arrivare alla formazione attuale: Tiziano Bianchi (tromba, tastiere), Emilio Marconi (chitarre), Marco Bigazzi (basso, samples, tastiere), Bojan Falzagic (chitarre; tastiere), Stefano Bizzarri (Batteria), Marco Rossi (basso, chitarra, tastiere). Detto questo (usando una definizione un po’ inflazionata) si può dire che la band, stilisticamente parlando, può essere annoverata genericamente all’interno della categoria Art-rock.
Una mistura sapiente di musica ambient dagli accenti free jazz e dalle movenze psichedeliche. Un lavoro fatto a colpi di fioretto, ma con una sagacia degna dei migliori maestri. Qua e là è abbastanza netta la sensazione di cogliere influenze “Floydiane” nei passaggi più progressive dell’intero album. Nonostante il disco abbia dei passaggi a dire il vero non sempre completamente ispirati, il finale alza decisamente l’asticella della qualità complessiva della loro opera seconda. Criminal world cover anni settanta degli inglesi Metro e Three songs about Lenin sfiorano l’eccellenza soprattutto laddove ci viene presentato un pezzo tutto strumentale di ben diciassette minuti.
To the right e Chi vince regna sono gli altri due brani che emergono in tutta la loro bellezza fatta di echi alla Jimmy LaValle nel suo progetto ambizioso dalle sonorità scandinave The Album Leaf e lamentosi strascichi alla Radiohead , vedi in particolare il secondo pezzo citato. Ritmiche elettroniche e ipnotiche invece con un basso melmoso alla Talking Heads per quanto riguarda il primo.
Concludiamo dicendo che ancora una volta Reggio Emilia e dintorni confermano di possedere l’humus e il crogiolo culturale perfetto per sfornare proposte musicali innovative e avanguardiste. Ed è proprio questo il punto: l’avanguardia sta sempre un passo avanti e non si sa mai quale sarà la direzione presa da quello successivo. Attendiamo con curiosità l’approssimarsi degli eventi futuri.