Pippo Pollina Nell`attimo - Dieci canzoni fatte a mano
2024 - Jazzhaus | Storie di Note
questa recensione di ormai quasi vent'anni fa, non solo per testimoniare l'attenzione che Mescalina ha sempre riservato, ma anche per riflettere su quanto fossero e siano vere le parole del nostro recensore: "Pippo Pollina è un caso: questo cantautore di origini siciliane ha una storia tipicamente italiana, nonostante sia più conosciuto all’estero che in patria. Dopo aver interrotto una carriera avviata con gli Agricantus, lascia l’Italia nel 1985 per trovare sbocchi non solo artistici; ritorna dodici anni dopo con Il giorno del falco e con tanta musica alle spalle. Solo nel 2003 però Pollina balza all’occhio del grande pubblico, quando, allegata ad una rivista di musica, esce una compilation dei suoi brani che lo presenta come il cantautore italiano che ha venduto centinaia di migliaia di copie all’estero: il cd va esaurito nelle edicole e in molti cominciano a chiedersi chi sia Pollina. Nonostante tutto questo, capita raramente di trovarlo nominato tra i cantautori italiani, quasi che la considerazione nei suoi confronti sia sminuita dall’aver scelto l’estero."
Grazie alla perseveranza e alla creatività del musicista, comunque, la sua notorietà è cresciuta, nel tempo, anche in patria, e questo disco ne è una limpida testimonianza; a riprova di entrambe le doti appena citate, è interessante leggere quanto lui ricorda a proposito delle fasi di sviluppo del progetto. "All'inizio doveva essere un best-of, una rivisitazione delle mie canzoni. Ho fatto almeno 24 dischi, alcuni hanno più di 30 anni. Ma soprattuttoho composto così tante canzoni. L'album è stato scritto in due settimane, otto canzoni sono nuove, più la versione italiana di un brano degli Element Of Crime. E poi c'è Aspettando che sia mattino, il primo brano del mio primo album, che ho registrato nel novembre 1986 e che apre nuovamente questo nuovo lavoro. È una canzone che è stata scritta per un amico al quale mi legano ancora oggi molte speranze e sogni".
Nel brano di apertura, Aspettando che sia mattino, ri-registrato per l'occasione, a dare una chiave di lettura retrospettiva a tutto il lavoro, sentiamo un piano, una voce appena incrinata dal tempo e dall'emozione, una sapienza compositiva che emerge a distanza di decenni, e un testo che tocca il cuore, con sentimenti che il cinismo, oggi tanto di moda, non riesce a capire, ma che resistono, in chi li sa accogliere: la speranza, la preziosità dell'attesa. Così, ci emozioniamo anche noi, ascoltando versi come "Amico dei giorni lontani, ce ne aspettano ancora tanti. Io li voglio contare Per ricordarli tutti quanti".
Basterebbero questi dati, messi in fila, per valutare positivamente il disco, che presenta un Pollina sessantenne, indomito e lucidissimo, a inanellare dodici piccole perle di una collana che si chiama vita. Il cantautorato di qualità viene riassunto, in ogni traccia, dalla maestria di un musicista - scrittore, che ha già all'attivo diverse prove narrative (l'ultima è un romanzo, L'altro, di cui abbiamo scritto qui, e le cui tematiche affiorano qua e là nel tessuto compositivo), e che ha molto viaggiato, conosciuto e vissuto, ma sa ancora stupirsi per il fiorire di rapporti densi di affetto e sentimenti limpidi. Ne sono esempi la suggestiva ballata - ninnananna, chitarra e voce, di La strada: "Scegli la tua strada va senza di me, ma io non ti lascio sola. E nel cielo dove tempo non ce n’è, questa canzone vola"; o l'ironica, saggia Walzer, in cui si avverte la presenza della fisarmonica di Gianvito Di Maio: " E non illuderti e non temere mai. La schiena dritta i piedi a terra come bonsai. Tanto hai già vinto, oppure hai già perso. Ma in fondo che fa?".
Pollina, per questo pugno di canzoni, ha ridotto all'essenziale l'intervento degli strumenti, ma il minimalismo accentua la loro forza espressiva; il violoncello di Stefania Verità fornisce un accento romantico alla title track e all'emozionante cover di un brano di Le Orme, Frutto acerbo, mentre Roberto Petroli col suo clarinetto rende l'atmosfera ancora piu meditativa e incisiva, oltre che nello stesso brano, anche nel deandreiano amarcord I lupi cantare sulle colline. Il musicista si concede anche un esperimento: E penso solo a te è un adattamento in italiano, piano e voce, di Am Ende denke ich nur an dich di Sven Regener, cantante del gruppo tedesco Element of Crime. interpretata come un grande autore deve saper fare: appropriandosene, con rispetto, ma anche con originalità e modernità.
È evidente, anche nel sottotitolo Dieci canzoni fatte a mano, l'intenzione di costruire un viaggio, umano, poetico e acustico, controcorrente rispetto alla, forse eccessiva, fiducia dell'uomo negli strumenti digitali o elettronici; le canzoni colte nell'attimo sono composte con una chiara impostazione analogica, senza sovracostruzioni né post produzioni, ed è una scelta coraggiosa. La voce deve reggere infatti l'impatto del sentirsi quasi nuda, sorretta solo da un piano o una chitarra, e i testi devono essere precisi, schietti, aperti, se non addirittura assenti - e questo avviene, in due splendidi brani strumentali.
Ma un professionista col cuore in mano come Pollina è ormai pronto a correre il rischio e a vincere la scommessa. I primi numeri di ascolti su Spotify lo dimostrano, come i vari sold out nei teatri di tutta Europa per questo tour Solo in concerto, che celebra i quarant'anni di musica, si preannuncia ad alta densità di emozioni.
Queste tutte le date italiane:
20.03. IT -Palermo, Teatro Agricantus
21.03. IT -Sicilia Occidentale
22.03. IT -Canicattì (AG), Teatro Sociale
23.03. IT -Crotone, Sala Raimondi
24.03. IT -Leverano (LE), Teatro Comunale
12.04. IT -Torino, Folk Club
13.04. IT -Trento, Teatro San Marco
14.04. IT -Grottammare (AP), Teatro delle Energie
19.04. IT -Bergamo, Cineteatro Boccaleone
Accingendomi a scrivere di Nell'attimo, l'ultima proposta del cantautore palermitano, ma cittadino del mondo, Pippo Pollina, ho voluto rileggere Grazie alla perseveranza e alla creatività del musicista, comunque, la sua notorietà è cresciuta, nel tempo, anche in patria, e questo disco ne è una limpida testimonianza; a riprova di entrambe le doti appena citate, è interessante leggere quanto lui ricorda a proposito delle fasi di sviluppo del progetto. "All'inizio doveva essere un best-of, una rivisitazione delle mie canzoni. Ho fatto almeno 24 dischi, alcuni hanno più di 30 anni. Ma soprattuttoho composto così tante canzoni. L'album è stato scritto in due settimane, otto canzoni sono nuove, più la versione italiana di un brano degli Element Of Crime. E poi c'è Aspettando che sia mattino, il primo brano del mio primo album, che ho registrato nel novembre 1986 e che apre nuovamente questo nuovo lavoro. È una canzone che è stata scritta per un amico al quale mi legano ancora oggi molte speranze e sogni".
Nel brano di apertura, Aspettando che sia mattino, ri-registrato per l'occasione, a dare una chiave di lettura retrospettiva a tutto il lavoro, sentiamo un piano, una voce appena incrinata dal tempo e dall'emozione, una sapienza compositiva che emerge a distanza di decenni, e un testo che tocca il cuore, con sentimenti che il cinismo, oggi tanto di moda, non riesce a capire, ma che resistono, in chi li sa accogliere: la speranza, la preziosità dell'attesa. Così, ci emozioniamo anche noi, ascoltando versi come "Amico dei giorni lontani, ce ne aspettano ancora tanti. Io li voglio contare Per ricordarli tutti quanti".
Basterebbero questi dati, messi in fila, per valutare positivamente il disco, che presenta un Pollina sessantenne, indomito e lucidissimo, a inanellare dodici piccole perle di una collana che si chiama vita. Il cantautorato di qualità viene riassunto, in ogni traccia, dalla maestria di un musicista - scrittore, che ha già all'attivo diverse prove narrative (l'ultima è un romanzo, L'altro, di cui abbiamo scritto qui, e le cui tematiche affiorano qua e là nel tessuto compositivo), e che ha molto viaggiato, conosciuto e vissuto, ma sa ancora stupirsi per il fiorire di rapporti densi di affetto e sentimenti limpidi. Ne sono esempi la suggestiva ballata - ninnananna, chitarra e voce, di La strada: "Scegli la tua strada va senza di me, ma io non ti lascio sola. E nel cielo dove tempo non ce n’è, questa canzone vola"; o l'ironica, saggia Walzer, in cui si avverte la presenza della fisarmonica di Gianvito Di Maio: " E non illuderti e non temere mai. La schiena dritta i piedi a terra come bonsai. Tanto hai già vinto, oppure hai già perso. Ma in fondo che fa?".
Pollina, per questo pugno di canzoni, ha ridotto all'essenziale l'intervento degli strumenti, ma il minimalismo accentua la loro forza espressiva; il violoncello di Stefania Verità fornisce un accento romantico alla title track e all'emozionante cover di un brano di Le Orme, Frutto acerbo, mentre Roberto Petroli col suo clarinetto rende l'atmosfera ancora piu meditativa e incisiva, oltre che nello stesso brano, anche nel deandreiano amarcord I lupi cantare sulle colline. Il musicista si concede anche un esperimento: E penso solo a te è un adattamento in italiano, piano e voce, di Am Ende denke ich nur an dich di Sven Regener, cantante del gruppo tedesco Element of Crime. interpretata come un grande autore deve saper fare: appropriandosene, con rispetto, ma anche con originalità e modernità.
È evidente, anche nel sottotitolo Dieci canzoni fatte a mano, l'intenzione di costruire un viaggio, umano, poetico e acustico, controcorrente rispetto alla, forse eccessiva, fiducia dell'uomo negli strumenti digitali o elettronici; le canzoni colte nell'attimo sono composte con una chiara impostazione analogica, senza sovracostruzioni né post produzioni, ed è una scelta coraggiosa. La voce deve reggere infatti l'impatto del sentirsi quasi nuda, sorretta solo da un piano o una chitarra, e i testi devono essere precisi, schietti, aperti, se non addirittura assenti - e questo avviene, in due splendidi brani strumentali.
Ma un professionista col cuore in mano come Pollina è ormai pronto a correre il rischio e a vincere la scommessa. I primi numeri di ascolti su Spotify lo dimostrano, come i vari sold out nei teatri di tutta Europa per questo tour Solo in concerto, che celebra i quarant'anni di musica, si preannuncia ad alta densità di emozioni.
Queste tutte le date italiane:
20.03. IT -Palermo, Teatro Agricantus
21.03. IT -Sicilia Occidentale
22.03. IT -Canicattì (AG), Teatro Sociale
23.03. IT -Crotone, Sala Raimondi
24.03. IT -Leverano (LE), Teatro Comunale
12.04. IT -Torino, Folk Club
13.04. IT -Trento, Teatro San Marco
14.04. IT -Grottammare (AP), Teatro delle Energie
19.04. IT -Bergamo, Cineteatro Boccaleone