Pietro Nobile è un artista milanese distintosi per il suo finger style chitarristico, aspetto sul quale ha tenuto corsi al CPM della sua città. Pietro si caratterizza per una sensibilità nel tocco che consente di far convivere lirismo e solidità strutturale dei brani. In questo suo ultimo lavoro si può gustare un’esauriente carrellata di spunti: dal picking agli arpeggi, dalla melodia orizzontale al gusto ritmico, il tutto in un’altalenarsi di impressioni tenui rese con dinamiche contenute e timbri squisitamente acustici. La tecnica del fingerpicking appare nella sua chiarezza in ´Dey´; il tema è intrecciato all’arpeggio armonizzante mentre il ritmo è marcato da una nota bassa a inizio battuta. Il tempo è lento e il discorso si evolve in una cornice minimale all’interno della quale è facile indovinare ed assaporare la frase melodica. Pietro evita il rischio dell’impasto confuso spesso corso dagli artisti del finger style; i pezzi appaiono organici, basati su idee chiare ma essenziali nei dettagli così da evitare prolissità; lo studiato crescendo di ´Transazioni´, che traghetta il brano da un tema iniziale alla ripresa finale, è un esempio di narrazione efficace che illustra il senso del titolo. In ´Se passi di qua´ si esalta il contrappunto e la punteggiatura ritmica che arricchiscono l’ordito del brano. Ci sono anche momenti più classici come ´Manime´, in cui la linea orizzontale é spesso chiusa a fine battuta da un accordo armonizzante ed il picking è limitato; ´C’é di più´ si appoggia anche a sostegni di percussioni e di effetti che rendono un umore new age / ambient sostenuto da un ritmo da cha cha cha molto rallentato. La sensibilità ritmica spunta anche nella sapiente scelta della durata delle note e nei ¾ di ´Indefinito infinito´ e di ´Orizzonti apparenti´, con il godibile effetto da minuetto a metronomo instabile. Il brano conclusivo è cantato in stile da Carmen Consoli senza l’effetto a singhiozzo. Di per sé appare un momento staccato dal resto ma un ascolto attento restituisce la coerenza per il senso sognante della composizione. Un disco che corre il rischio di apparire monotono per via dei timbri limitati e delle dinamiche contenute; questo però permette ceselli e riflessioni sonore che non potranno sfuggire a quella concentrazione che il lavoro merita.