Piers Faccini Shapes Of The Fall
2021 - NO FORMAT! / BEATING DRUM
La voce di Piers è velluto, e gli intarsi sonori sono arricchiti da elementi mediterranei che uniscono Europa e Africa, come se questo tenersi per mano possa aiutare a risollevarsi. Foghorn Calling è incalzata da percussioni, incessanti come la speranza di risalire, con la voce che sembra far svanire la nebbia sull’avvenire ed è tra i brani in cui Faccini suona uno strumento realizzato appositamente per lui, un incrocio tra un oud e chitarra ma senza tasti. Una creatura mitologica per certi versi, come queste figure tra il mitologico e l’umano troppo umano che sembrano popolare le canzoni del disco. Dunya porta direttamente nel deserto, portando l’ascoltatore a smarrirsi, a confondersi con la sabbia.
All Aboard si fregia delle collaborazioni di Ben Harper e Abdelkebir Merchane ed è ispirato al tema del Diluvio Universale e dell’Arca di Noè. L’impasto tra le diverse voci, il loro cercarsi e rincorrersi, diventa esso stesso strumento e ossatura del brano, diventa una sorta di preghiera universale.
Shapes Of The Fall, realizzato con Fred Soulard nelle vesti di co – produttore e ingegnere del suono, riesce a essere lenitivo ed incendiario a seconda dei passaggi, riesce a risultare arcaico nel ricordare la narrazione orale dell’epos e ma non antiquato e superato.
È tenace coma una argania, adatto a questi tempi di animi inariditi perché riesce ad ammorbidirli. È uno scrigno sepolto nella memoria che una volta aperto sprigiona una malia dalla quale sarà difficile liberarsi.