Piero Ciampi E Continuo a Cantare. Piero Ciampi Live
2010 - Promo Music/Edel
Se tu vuoi parlare vieni qua.
Io rischio, te no. Tu sei un anonimo, io no.”
(Piero Ciampi, Live al Tenco ’76)
Queste parole, gettate sul pubblico che gli grida qualcosa durante un monologo, colgono pienamente il senso dell’arte “maledetta” di Piero Ciampi, e l’intensità dolorosa delle sue performance live, che ci viene restituita in tutta la sua potenza ancora eversiva grazie all’iniziativa del Club Tenco, a 30 anni dalla scomparsa del grande artista livornese, di fatto uno dei grandi maestri e padri fondatori della canzone d’autore italiana.
“E continuo a cantare. Piero Ciampi Live” è infatti un doppio CD dedicato a Ciampi, curato da Enrico de Angelis responsabile artistico del Tenco, con le registrazioni di due suoi concerti del 1976 e di una recente serata di omaggio, in cui molti artisti si cimentano con i suoi brani più celebri.
Ottima e meritevole l’iniziativa, sia per la qualità complessiva del risultato, sia per il suo significato, dato che l’opera di Ciampi, non riconosciuta in vita, non è ancora del tutto uscita dalla cerchia degli appassionati e degli addetti ai lavori, e non gode della visibilità e del riconoscimento che meriterebbe.
Il primo disco contiene due set del 1976: il primo, registrato in occasione della 3° edizione del Premio Tenco, era già stato pubblicato nel passato da una piccola etichetta con diffusione semi carbonara, mentre il secondo, registrato al Ciucheba di Castiglioncello, è del tutto inedito.
Il disco è semplicemente straordinario, esplosivo sul piano emozionale per il coinvolgimento generato dalla performance Ciampiana, che si mette a nudo senza filtri e mediazioni.
E, rispetto a questo, non ha alcuna importanza la scarsa qualità delle registrazioni od il fatto che Ciampi canti su basi registrate.
Piero “Litaliano” sale sul palco alticcio, e con voce impastata biascica parole e poesia (“Il marciapiede”, “Tu che dici”, “Notte”, “Si. Volevo vederti”) trascinando l’ascoltatore in un viaggio disorientante e scuro, alternando canzoni commoventi (“Te lo faccio vedere chi sono io”, “Adius”, “Il giocatore”), divagazioni, aneddoti, aggressività verso il pubblico, dolorosi frammenti del proprio vissuto: la solitudine, gli abbandoni, i figli, l’amore, i soldi, il miraggio di un successo mai raggiunto...
Ancora oggi, a 25 anni di distanza, un documento straordinario e straziante di un Artista semplicemente immenso e inimitabile.
Il secondo disco comprende la registrazione di un concerto omaggio, tenutosi al Teatro Regio di Parma nel 2008, con un palmares di livello, tra vecchi amici (Nada, Pino Pavone) e giovani emuli (Morgan, Pinomarino, Bersani, Faggella, Fabi, Cristicchi,Capossela) tra cui spiccano i La Crus, che da tempo padroneggiano “Il vino”, e Marco Ongaro, superbo nella versione di “In un palazzo di giustizia”.
Uno dei migliori dischi italiane del 2010, che non dovrebbe mancare nella discoteca di chiunque creda che anche le canzoni possono essere uno strumento straordinario per descrivere la vita, perché, come grida Ciampi, “la cultura non ha passaporto”.
“Io sono un uomo che sa che cosa è la morte.
Voi non sapete che cosa, chi è un condannato a morte, voi non lo sapete.
Io ve lo dico, se, se io mi arrabbio stasera vi dico tutto della vita. Tutto.
Ma non voglio dirvelo, perché non è giusto.
Perché io so tutto e non è giusto che io vi dica tutto quello che so.
Perché voi state sempre con della gente, io sto solo.
Io sono un uomo solo.”
(Piero Ciampi, Live al Ciucheba ’76)