
Peregrines Proximi Luces
2014 - Autoprodotto
Musicalmente in bilico tra le influenze sopraccitate, ai quali possiamo aggiungere anche Iron & Wine e una pacata tendenza al pop, il disco racchiude nelle nove composizioni, quelle emozioni, dolci o amare che siano, che la band lombarda, attraverso il cantante Sean, tende ad esprimere e comunicare, in pieno stile folk.
Un’impronta sonora, che si muove su coordinate prettamente indie folk e bluegrass, sviscerata nelle nove canzoni del disco e che trovano la giusta espressione attraverso l’ausilio di strumenti un tempo poco convenzionali, ma oramai adottati nell’uso quotidiano come il banjo, il mandolino e il contrabbasso, accostati a quelli classici ad arricchirne la struttura melodica.
Proximi luces è un lavoro che non eccelle in modo netto: anche se melodicamente, le canzoni si dimostrano orecchiabili, alla fine dei conti appaiono, troppo legate al genere. Lo dimostrano canzoni come Little dancer dove sembra di sentire suonare i Mumford & Son, peccando anche in durata: ad eccezione dell’iniziale strumentale Waterspring, il resto dei brani tende a superare i cinque minuti.
Questa non vuole essere una stroncatura: d’altra parte i Pergrines dimostrano di possedere le giuste potenzialità per poter migliorare stilisticamente con i lavori futuri sempre se decidono di non fossilizzarsi sul genere.