Magnetar<small></small>
Italiana • Alternative

Perdurabo Magnetar

2024 - Perdurabo World

14/02/2024 di Luca Di Pinto

#Perdurabo#Italiana#Alternative #motorik

Frutto di lunghissimi trascorsi al servizio del mondo della musica, conosciuto ai più per la presenza nei Marlene Kuntz, Davide Arneodo esordisce in proprio con Magnetar nel side project Perdurabo

Germania, Italia e Regno Unito sono le tappe che certificano dieci anni di lavorazione, oltre ad una formazione classica spalleggiata presto da un'evoluzione artistica a braccetto con la musica elettronica.

Fra produzione (Gareth Jones), masterizzazione (Matt Colton) e collaborazioni varie (Jorg Waehner di Apparat alla batteria, Jochen Arbeit degli Einstürzende Neubauten alla chitarra, Miro Shot, ECHLO, Daudi Matsiko e Tom Adams) non si contano i nomi che danno lustro al disco.

Nulla è lasciato al caso, e così è anche per l'impatto visual affidato alla digital art del newyorchese Andy Gilmore, autore di quattro diverse versioni della copertina contenute nell'edizione limitata in vinile (fra cui spicca quella di presentazione ufficiale, curiosamente a ricordare lo sci-fi "geometrico" di Bubble Gum dei De Staat).

Magnetar esalta i canoni della forma-canzone rock tra le fluorescenze di synth, spingendosi a un tanto dal motorik dei Parquet o dei MOTOR, più asciutto, muscolare e "rudimentale", e lambendo certo groove psichedelico di Jay Watson aka GUM. Accade questo in particolare nella traccia omonima, visibilmente sedotta da convergenze ebm e math-rock, ma a conti fatti in sella a trascinanti corse a ostacoli difficilmente catalogabili.

E quand'anche una trama simile è riproposta in Pain Killer, un'impassibile placidezza vocale sfuma l'acceso portamento del drumming martellante.

Al cospetto di un impianto così imponente e debordante, Perdurabo si affranca da algidi propositi dando smalto alle emozioni, esuberanza ben gestita e destinata a scuotere anche il cupo songwriting synth-oriented influenzato dai Miro Shot (Cast Stones, White Dots). Pratica esaltata dall'epica sorprendente di Hopes, il cui chorus dà dimora a inserti vintage di chitarra e un charleston in sedicesimi, fusione di meccaniche e alchimie sintonizzate al lirismo nebuloso marchiato Interpol ed Editors.

Con ECHLO alla voce (Dark Fire, Rushing Rapids), Magnetar fa invece defluire il ricco corso di elementi nel pathos coinvolgente di un'elettronica "suonata", vezzo tanto caro a Trentemoller e When Saints Go Machine.

Infine, Berlin Rain indirizza umori in foschie brumose, indicando il passo al congedo rarefatto di Step Closer, saluto sobrio e quieto, in quell'abbraccio eufonico tra coretti e un solenne canto. 

Track List

  • Magnetar
  • Hopes
  • Dark Fire
  • Cast Stones
  • Pain Killer
  • Berlin Rain
  • White Dots
  • Rushing Rapids
  • Step Closer