Carpe Diem<small></small>
Jazz Blues Black • Jazz

Paolo Fresu Devil Quartet Carpe Diem

2018 - Tuk Music

08/04/2018 di Fausto Gori

#Paolo Fresu Devil Quartet#Jazz Blues Black#Jazz #Bebo Ferra #Paolino Dalla Porta

«La tromba è uno strumento unico. Come la voce umana, ogni esecutore ha un suono molto distintivo e personale. Enrico Rava e Paolo Fresu suonano con un intenso calore umano e un suono cui tuttora aspiro. Non vedo l’ora di esplorarlo insieme a loro!» (Dave Douglas)

 

La citazione di Dave Douglas, uno dei massimi trombettisti  jazz mondiali, deve far riflettere.  Fresu, che non ha bisogno di presentazioni, ha  caratteristiche musicali uniche che, diciamolo subito, come ci auspicavamo, ha messo in mostra anche in questo suo ultimo sforzo discografico. Carpe Diem (Tuk Music), il nuovo capitolo Devil Quartet (Paolo Fresu-tromba/flicorno, Bebo Ferra-chitarra acustica, Paolino Dalla Porta-contrabbasso,  Stefano Bagnoli- batteria) consolida le intuizioni di uno stile affermato che cerca di evolversi  sempre più nella direzione di una produzione sonora curata ed artisticamente interiorizzata al servizio, stavolta, di sonorità totalmente acustiche.

 

Il disco è di facile ascolto ma è anche raffinato,  ha un’anima latina e romantica di stampo cinematografico che permea gran parte del lavoro, però alcuni momenti ‘superiori’ contribuiscono a dare l’impressione di un’opera compositivamente disomogenea, non sempre al top.

 

Tra i pezzi che si elevano dal resto sicuramente il medley  iniziale Home-Carpe Diem  offre ricami di suggestione imperniati  su intrecci tromba-flicorno di Fresu che, nella splendida  title track, risultano particolarmente suggestivi, solenni nel refrain per poi evolversi in spiritati assoli, dialoghi simultanei con ritmica sostenuta e la chitarra in evidenza di Bebo Ferra. Equilibri perfetti, tra melodia, musicalità e improvvisazione. 

Se la lunga elegia Secret Love  è la slow ballad dai toni classici (con tanto di sussurri alla Jarrett e spazzole in evidenza) che meglio riassume l’elegante e romantico intimismo soundtrack  di gran parte dei pezzi, Un tema per Roma  conferma gli equilibri del medley iniziale, ma anche una  musicalità più complessa, stratificata (dei fiati) e creativa. Brano estremamente variegato, libero, su ritmica bossa, di grande raffinatezza, impatto, con Paolo Fresu grandissimo protagonista sugli assoli. La sorpresa però arriva alla fine,  con il quattordicesimo brano Un posto al sole.  Ebbene si, nonostante la fonte ispiratrice possa indurre a pensieri non troppo benevoli, dalla base melodica della famosa serie televisiva di RAI3 il mago  Fresu  tira fuori dal cilindro una composizione  avvincente, un foulard suadente dai colori accesi, tra controtempi, passi sincopati e il ritornello che riesce, con estrema sensibilità e delicatezza,  a sollecitare le nostre emozioni e la nostra fantasia.

 

Carpe Diem  conferma di aver trovato un suono ideale,  un’anima tangibile e riconoscibile, i quattordici brani non sempre riescono a coinvolgere emotivamente, anzi spesso si accontentano di regalare un’elegante ambientazione sonora ma nei suoi momenti migliori l’opera regala la visione di un percorso jazz che ha caratteristiche luminose e creative, degne di rappresentare  l’evoluzione  artistica di un musicista importante come Paolo Fresu. Non è poca cosa.

Track List

  • A.Home
  • B.Carpe Diem
  • In minore
  • Enero
  • Dum loquimur, fugerit invida aetas
  • Lines
  • Secret Love
  • Ballata per Rimbaud
  • Ottobre
  • Un tema per Roma
  • Human Requiem
  • Quam minimum credula postero
  • Giulio libano
  • Un posto al sole