Palmas e Medda Meigama
2021 - Meigama/Altrove Agenzia Creativa/Artist First
Lo sanno bene il mandolista Mauro Palmas e il musicista elettronico Frantziscu Medda, già noto come Arrogalla, entrambi compositori e ricercatori etnografici dalla solida formazione e dal gusto sopraffino, che, con questo raffinatissimo lavoro - progetto, invitano gli ascoltatori a fermarsi, all'ombra di un leccio, annusando l'elicriso, gustando l'intima connessione non solo con la natura minerale, vegetale e animale, ma anche con la storia di chi è passato prima di noi.
Così, Palmas incanta con suoni ancestrali, che spaziano dalla Sardegna a tutto il Mare Nostrum; il liuto cantabile, la mandola e il mandoloncello sottolineano le atmosfere mediterranee e autenticamente world di una partitura rispettosa della tradizione, mentre l'apporto elettronico e dub di Medda, sorprendentemente, crea un clima sospeso, quasi atemporale, che favorisce la libera e profonda fruizione di questi otto gioielli. Si ascolti, ad esempio, la magnetica Dromi, ispirata ai balli eseguiti dalle launeddas, nella quale è possibile parlare del suono del liuto cantabile incastonato in un autentico paesaggio sonoro, registrato durante una processione religiosa, che diviene, nel corso del brano, una sorta di bordone elettroacustico.
Ma non è solo il Mediterraneo a fungere da centro di attrazione per le suggestioni evocate dai due musicisti; il contributo di Medda si fa prezioso proprio perché dona una caratteristica spaziale ampia, come in Torra, la cui partitura interseca il liuto con un campionamento derivato da musica celtica, oltre che mediterranea, poi rielaborata, a cui si aggiungono suoni provenienti da una campagna vasta e ricca di echi, versi di animali, spari, scorrere di acqua, o come nell'evocazione del vento dell'Ovest in Bentu Saliu, che alterna iterazioni timbriche e ritmiche a passaggi lenti e meditativi, aprendosi infine a un cantabile dai toni sacrali, o ancora, alla furibonda e taumaturgica pizzica salentina con cui si conclude il disco, in Noti de incantu.
Non ci sono parole, nelle otto tracce, ma il motivo è chiaro: Palmas e Medda lasciano che parlino i suoni, che provengano dagli strumenti della tradizione o da registrazioni elettroniche, da elementi naturali o da rumori antropici, per permettere all'ascoltatore di immergersi totalmente in una dimensione spaziotemporale evocativa e unica, seguendo la sua sensibilità. Un momento di pausa nella nostra vita, per recuperare, come nella siesta più efficace, forze e motivazioni per riprendere il cammino.