Non Voglio Che Clara Hotel Tivoli
2014 - lavorarestanca /Audioglobe
#Non Voglio Che Clara#Italiana#Canzone d`autore #Indie-rock #Indie-pop
Nel disco ritroviamo così ballate nostalgiche dal sapore dolceamaro, che combinano il suono morbido e classico degli archi con chitarre dolorose o volte ad intessere trame di serenità solo apparente (v. I piani per il sabato sera, dal retrogusto struggente), con pennellate di elettronica agrodolce e melodie sixties, accarezzate dalle spazzole sulla batteria, da sprazzi di fiati jazzati e da linee cadenzate e liquorose di piano.
L’inedito Se chiami rendi tutto più facile scandisce distanze e tempi che una telefonata brucerebbe, ma la chiamata non arriva e la sofferenza si dilata e dilaga. Nei versi delle altre canzoni solitudini, storie spezzate, che ti lasciano alla deriva (Hotel Tivoli) o il cui ricordo è impresso in una foto e ravvivato da progetti utopici di fuga (Quello con la telecamera), paure da accantonare per chi non fa sconti (Le paure), ultime possibilità forse immeritate e matrimoni immaturi (e/o obbligati) “fra pianto e nostalgie” (Il nastro rosa).
Nell’album ci sono dentro il minimalismo accorato di Nick Drake, le melodie vocali raffinate, “statiche” e sobriamente dolenti di Morrissey e dei suoi Smiths, la canzone d’autore italiana anni ’60 e il suo pathos generoso, pur senza lacrime o eccessi, l’amore per la quale è testimoniato dalla cover del singolo di Mina del 1965 L’ultima occasione, trasformata in marcia perentoria con squarci di lirismo per archi, con finale ex abrupto. Ma soprattutto ci sono già i Non Voglio che Clara, che possiedono il potere di trasformare in eleganza cinematica la malinconia.
Questo disco, disponibile anche in vinile 12’’ a partire da gennaio 2015, è un gioiellino che ha fatto scuola e merita ulteriore splendore. Nuovo progetto grafico ad opera dello studio Furoshiki-Design di Berlino con foto di Bruno Colajanni.