Nada Trio La Posa
2017 - Bubba Music/Warner Music Italia
Si inizia con una serie di brani degli ultimi 20 anni: Ti Troverò e Senza un perché (hit tardivo dopo The Young Pope) da Tutto l’amore che mi manca (2004); i Sanremo di Guardami negli occhi (1999) e Luna in piena (2007); la recente L’estate sul mare (2016).
Emerge subito come Spinetti e Mesolella lavorino al servizio delle canzoni nella loro essenzialità. Pochissime “invenzioni”, quasi nulle le “inutili” divagazioni virtuosistiche: solo tanta evidente, e mai artificiosa, classe e solidità. Il suono è naturale e la voce quasi intima. Anche il passaggio “duro” di Guardami negli occhi (ghiaccio fatto a pezzi…) sembra essere meno urticante senza per questo apparire meno “urgente” e viene sottolineato, casomai, da un immediato piccolo, delizioso, break in sottrazione del basso di Spinetti. Solo ogni tanto emerge più cattiveria come nel finale di Ti Trovero in cui Mesolella e Nada si sfidano su suoni distorti (ma provate ad ascoltare la tessitura della chitarra “pulita” che si sente in secondo piano, sembra quasi più deviante del rumore in primo piano). L’intimità e la sottrazione sono evidentissimi poi in Luna in piena e L’Estate Sul Mare in cui, tra i semplici arpeggi di chitarra e il lavoro d’archetto di Spinetti, la voce di Nada sembra cantare a un metro da noi.
Arrivano poi i brani che Nada canta per la prima volta. La Posa, unico brano completamente inedito, è una “canzoncina”, un giro di accordi semplicissimo, un testo che sa di una felicità non banale, un piccolo gioiello che sta tra le estati ricordate da ragazzi e un futuro consapevole pieno di felicità! Un brano che apre il cuore e che con il seguente omaggio a Gianmaria Testa di Dentro la Tasca di un Qualunque Mattino sembra essere il centro artistico e emotivo dell’album. Un uno-due pazzesco che lascia senza fiato. Ora servono brani che staccano: ed ecco il tradizionale Salentino Malachianta, in cui la voce di Nada si fa cruda e popolare, e quella Falling In Love Again cantata dalla Dietrich in L’angelo Azzurro negli anni ‘30.
Si chiude con gruppo di canzoni che fanno parte della storia artistica di Nada. Sul Porto Di Livorno è un brano storico, in repertorio dai primi anni settanta quando, a vent’anni, scelse di dedicare un album a un outsider come Piero Ciampi pagandone per anni il pedaggio in termine di vendite e popolarità (scelta che in realtà fu probabilmente alla base di quella credibilità che Nada ha costruito negli anni come autrice e interprete). Si chiude con Una pioggia di sale e con una Grazie che rimane sospesa di commozione.
Insomma: ennesimo album di valore per Nada. Un album in cui la direzione artistica sembra essere fortemente nelle sue mani ma in cui Mesolella e Spinetti si sono messi, con la sapienza dell’artigiano, al servizio di canzoni che hanno solo bisogno di prendere la loro luce migliore.
Amore caro amore mio mi tieni come un fiore
Dentro un vaso alla finestra per farmi rinfrescare
E con cura mi hai distesa e ho trovato la mia posa
Rigirando ogni cosa dalla parte più preziosa.
Da “La Posa”