Mirco Menna è un cantautore bolognese già noto per tre lavori a lui intestati ed inquadrati nel cosiddetto genere ´impegnato´; la Banda di Avola, diretta da Sebastiano Bell’Arte, è un ensemble composto da circa cinquanta musicisti men che ventenni dedicato al recupero di certe sonorità a cavallo tra il folk e la musica bandistica d’arte.
La mescola può sembrare improbabile ma la genetica insegna che gli incroci producono risultati qualitativi e resistenti; il disco in questione ne è un’incontrovertibile conferma.
Musicalmente il lavoro ricorda la verve bandistica meridionale delle feste popolane dove il suono sguaiato accompagna riti a cavallo tra il sacro ed il profano, la moralità e l’ipocrisia, il predicare bene ed il razzolare male, il clangore caciarone che copre i difetti; il tutto dipinto con bella capacità di intreccio che, in qualche fase, assume caratteri da organico classico.
I testi rappresentano un impietoso ritratto delle mediocrità peninsulari che tutti conosciamo ma che non riconosciamo; i ritratti sono dipinti con gusto espressionista o surrealista, a tinte forti e senza ambiguità.
´Evviva´ è certamente il pezzo più emblematico, con l’un – due bandistico che sostiene un ritratto sardonico dell’essere ´italiano´; le figure retoriche sono le classiche del nazionalpopolare come la fregna, il culo iposoluto, i santi sacri (San Pio) e profani (Sanremo), i riti comandati con tutti i contrasti dell’ipocrisia tradizional mediterranea; il tutto con allegria.
´Ecco´ utilizza un andazzo da marcia funebre per celebrazioni più serie mentre ´La sfinge´ ricorre ad uno schema da marcetta che sottolinea il tirare avanti alla meglio, l’arrangiarsi nostro tipico.
´Girolimoni´ celebra invece il classico vezzo di bollare ad infamia chi poco c’entra: basta che ci sia una scusa, un appiglio formale.
´Audaci rotte´ è uno stupendo ritratto delle danze italo-sessuali viste in tutta la loro ridicolaggine.
Insomma, uno stupendo lavoro che prende a calci tanti nostri difetti che comunque resisteranno ad onta di qualunque sforzo.
La miscela è tra Paci, Capossela ed Avion Travel ossia tra folk bandistico, cantautorato surrealista e ensemble d’arte.
Lavoro da scoprire, da assaporare e da assumere come esame di coscienza, per poi uscire dal confessionale pronti a ripetere gli stessi errori nella migliore arte secolare dei tarallucci e del vino.