Micah è un personaggio estremamente idiosincratico nello scenario della musica indipendente americana. Nativo del Tennesee arrivò ai 20 anni collezionando dei record in termini di reati giovanili per poi dedicarsi alla musica, percorrendo un tragitto estremamente personale e, ovviamente, indipendente lungo il sentiero del cantautorato ´alternativo´.
Il disco in questione è il suo quinto lavoro dedicato nella fattispecie ad una revisione di un bel numero di covers come riportato a lato della recensione.
La prima sezione, corrispondente ai primi otto brani, è realizzata in modalità completamente acustica; voce con accompagnamento di chitarra sono gli unici ingredienti di brani come ´Kiss Me Mother´, in cui Micah diventa un novello Cash, ´The Times Are A Changing´, in cui Dylan viene aggiornato in versione underground, ´Suzanne´, con un Cohen rivisto in mood più metropolitano, per arrivare ad una personalissima e quasi incredibile ´My Way´ di Sinatra.
La voce sgraziata di Micah, in perfetto stile post-moderno anni ’90, ed una chitarra che potrebbe essere suonata da un qualunque amico al bar danno omogeneità e personalità ad una scaletta eterogenea con elementi potenzialmente incompatibili (Pedro & The Lion con Dylan o Sinatra!!??).
La seconda parte del lavoro viene sviluppata con una maggior ricchezza musicale grazie all’accompagnamento di un gruppo che inizia con una curiosissima versione indie di ´Sleepwalk´ (ricordate i Santo & Johnny di James Bond?), una claudicante ´Runnin’ Scared´ di Orbison fino ad arrivare ad una revisione quasi radicale di ´While My Guitar..´ dei Beatles.
In questa sezione la verve rock ed elettrica si manifesta in modo evidente, rendendo spigolosi tempi pop quali ´Stop the World ´ di Patsy Cline e ´Are You Lonesome Tonight?´ di Presley; nemmeno Leadbelly sopravvive al riesame, diventando quasi un autore hardcore.
Un esempio clamoroso di come si possa comporre su brani esistenti e di come certi classici si possano prestare a revisioni di periodo senza perdere il senso della loro epoca; Hinson inoltre dimostra cosa vuol dire essere interprete nel XXI secolo.
Assolutamente consigliato, con buona pace dei tradizionalisti e dei puristi!