Mezzafemmina Un giorno da leone
2014 - Controrecords
Si parte dalle esperienze personali del cantautore per arrivare alla società odierna di cui, da buona tradizione cantautoriale, si criticano gli aspetti più evidenti e meno nobili. E il tutto provoca emozioni contrastanti.
Un disco in cui si ride, si riflette, si muovono i fianchi, si batte il piede, si parla in dialetto irpino, si protesta e ci si intenerisce: questo è quello che Gianluca Conte dichiara del suo secondo album, e in effetti è proprio quello che si trova nel disco. Perché il disco si muove in diversi ambiti, sia musicali, sia per quel che riguarda le tematiche. Si va dal Folk che apre il disco in cui tutti cercano la propria importanza nel mondo con il proprio giorno da leone (364 giorni di oblio) al Rap che interviene per parlare della dipendenza odierna da Internet (Il giorno dopo), fino all'elettronica che fa capolino in chiusura di disco in cui si vanno a rivalutare l'importanza dei detti popolari (Le verità banali).
Ma non si risparmiano tematiche più serie, come può essere l'affiliazione mafiosa (Mammasantissima) o l'handicap (Silvia, credimi) che vengono toccate con una delicatezza che può utilizzare solo chi è in prima persona impegnato in certe situazioni (specialmente nel caso di Silvia, credimi si sente l'influenza che ha avuto l'esperienza del lavoro in comunità per Mezzafemmina).
Come detto dallo stesso Mezzafemmina, questo Un giorno da leone ci mette davanti a diversi tipi di sensazioni, tutte colte e gestite con maturità dal cantautore piemontese, che con questo secondo lavoro dimostra una crescita artistica davvero significativa.