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Mesudi ` Nodi

2023 - Moonlight Records, Distribuzione IRD

21/11/2023 di Davide Bonamici

#World#Etnica

Un insieme di tradizioni, anche lontane a livello geografico e storico, e di stili che intrecciano il tradizionale con il contemporaneo e formano Nodi, primo lavoro discografico dei Mesudi', gruppo formato da quattro elementi, le tre voci femminili di Elisa Surace, Francesca Flotta, Claudia Ugenti e quella maschile, impegnata anche nel suono delle percussioni, di Simone Pulvano.

Il primo nodo s’intitola Anvaca (che significa “Inutilmente” in reggino) e unisce, in un incastro ritmico-polifonico, diverse componenti: il tic-tac, cantato all’inizio, guida l’ascoltatore verso un rap old school cantato in italiano, che si intervalla a un ritornello in dialetto reggino. La canzone rimanda a un proverbio dell’area reggina e ricorda l’inutilità di apparire, attraverso un’immagine legata alla cultura contadina.

Dai suoni più mediterranei e legati alla tradizione dei pescatori di Amantea, arriva Voca sia. Il brano, derivante dalla tradizione calabrese, è un’antica filastrocca che racconta la vita dei pescatori calabresi tramite giochi di parole, conte per bambini e una ripresa con una ninna nanna in romanesco. Partecipano la voce dell’amanteano Domenico Provenzano e, alle chitarre e ukubass, Iacopo Schiavo.

Scafuliandu ci porta nel Natale e nei suoi ritmi frenetici, ma, come suggerisce l’armonia della canzone, visti nella leggera complessità della vita di un senzatetto e nel suo rovistare in un cassonetto, mentre incrocia gli occhi con un passante. I ritmi ci portano tra Sud Italia e Nord Africa, con l’arrangiamento e la presenza all’organetto di Alessandro D’Alessandro, che ha curato la supervisione artistica dell’album. Tradizioni e stili s’intrecciano nuovamente in Quando rimo, brano che elogia la parola e la nascita dell’italiano, basandosi su un antico indovinello veronese che ha gettato le basi per la nascita della lingua italiana. La forma del brano vede unirsi il rap e, nel ritornello, l’indovinello cantato, come a simboleggiare l’incipit della lingua che viene parlata oggi.

Improcondria è un esperimento vocale, in cui le voci si intrecciano mentre riprendono i riassunti dei foglietti illustrativi dei medicinali, letti durante le pubblicità, e fanno da sfondo all’idea dell’ossessione caratteristica di un disturbo psichiatrico. Eppure era così è una continuazione della canzone precedente, perché tratta sempre della malattia psichiatrica legata all’ipocondria. Il contesto urban, creato dal contrabbasso di Mauro Gavini, fa da sfondo al dialetto romanesco e alla storia di una persona che soffre per via del suo disturbo (ponendola nel conflitto dolore-amore e con la paura di essere isolata dagli altri). Tra le voci è presente anche quella di Alessandra Di Magno.

L’amore è il punto cardine di Occhi turchini, ripresa di un canto della tradizione calabrese (di Mesoraca), che viene rivisitato con suoni elettronici e vicini alla musica techno. In questa canzone si parla di come il sentimento sia un gesto di libertà nei confronti delle famiglie che tentavano di ostacolarlo, raccontando un dialogo in cui speranza e desiderio si confrontano con la realtà e la tenacia di chi vuole scegliere cosa sia meglio per se stesso, senza farlo fare agli altri.

L’assenza della libertà, e la separazione dei legami dovuti a essa, sono il contesto in cui prende forma Matri a tocchi: brano che parla della disperazione di chi va in carcere e vede la propria vita cambiare, lasciando quel senso d’impotenza nel compiersi del destino più atroce. La canzone unisce due canti della tradizione italiana, quella siciliana di Matri c’aviti figghi alla badia di Rosa Balistreri e quella romana di A la renella/A tocchi a tocchi. Il disco si chiude con un amore vissuto con forza e passione: Gianna e Peppi è il racconto di un sentimento sovversivo e vissuto lontano dall’aspetto detto “tradizionale”. La particolarità del brano è il testo in prosa, in dialetto calabrese, accomunato a un ritornello in inglese, a simboleggiare la forza dell’amore, a saltare ogni confine regionale e a rafforzare la figura dell’Apecar descritta nel racconto, che viaggia tanto e in ogni momento della giornata, per raggiungere la persona amata.

Nodi dei Mesudì è un incontro tra le varie tradizioni che compongono l’Italia e l’area del Mar Mediterraneo, un intrecciarsi di storie e di vite che vanno a scandagliare le radici del Paese e le adattano a nuovi stili, sonorità e forme di storytelling. L’album ricorda con piacere la riscoperta delle tradizioni, ma le racconta con un linguaggio, sia sonoro sia musicale, legato alla contemporaneità e in costante sperimentazione tra ciò che inizia con la tradizione stessa e si intreccia con gli stili metrici e musicali nuovi, dovuti all’evoluzione della musica nel passare del tempo.

Track List

  • Anvaca
  • Voca sia
  • Scafuliandu
  • Quando rimo
  • Improcondria
  • Eppure era cosi`
  • Occhi turchini
  • Matri a tocchi
  • Gianna e Peppi